La musica
svolge un ruolo molto importante nello sviluppo del bambino, influenzando una
buona crescita sia da un punto di vista psicologico, che fisico, poiché nei
primi anni di vita, corpo e mente sono strettamente uniti.
È noto
che la musica favorisce la maturazione della capacità di pensare e la
soggettivazione: cioè il diventare persone con una propria identità.
Lo psicoanalista
Didier Anzieu ha evidenziato il ruolo fondante della musica, delle canzoni e
delle parole, che costituiscono un “involucro sonoro” che avvolge la madre e il
bambino, creando un primo confine fra sé e non-sé.
Anzieu ha definito questa dimensione intima, “la prima forma di struttura psichica”.
Musica e cervello: quale correlazione? Spesso si sente dire che la Musica possa aumentare pensieri e sentimenti positivi verso il bambino, quali sono gli studi?
È senz’altro vero. Lo psicoanalista Theodor Reik ha dimostrato che la dimensione uditiva è molto vicina ai processi inconsci e ai movimenti affettivi. La musica, di per sé, stimola il buonumore nella mamma che spesso sceglie delle “musiche del cuore” da condividere con il proprio bambino fin dalla gravidanza, alla nascita e in seguito. La musica facilita la comunicazione esplicita e inconscia fra la madre e il bambino. Inoltre, rende la mamma più attenta, intuitiva, capace di sorprendersi e gioire delle piccole novità quotidiane che il suo bambino le porta, dal primo sorriso, alle prime paroline, ai fiorellini colti proprio per lei, fino ai pensieri, progetti, desideri, passioni quando cresce.
Come è possibile secondo Lei che la musica possa stimolare l’intelligenza del bambino e lo sviluppo del feto?
Numerose
teorie psicoanalitiche, supportate da ricerche di neuropsicobiologia,
attribuiscono alla musica la capacità di trasmettere emozioni e affetti non
esprimibili a parole.
La musica comunica direttamente con l’inconscio, poiché parla la lingua dell’inconscio attraverso il ritmo e la componente sensoriale, l’udito. Il ritmo è una delle basi dell’organizzazione mentale cosciente e inconscia, struttura il tempo interno e attiva la capacità di ordinare sensazioni, emozioni e pensieri. Il ritmo, inoltre, permette una buona gestione degli impulsi e delle emozioni la chiave per il benessere psicologico e una vera e propria “prevenzione primaria” della depressione.
Howard
Gardner,
teorico delle ‘intelligenze multiple’, scrive che “l’intelligenza musicale ha
la stessa identica rilevanza di altre forme di intelligenza, quali quella
linguistica, quella logico-matematica, quella cinestesica, ma anche di quella
interpersonale e spaziale”, solo per citarne alcune.
Il musicista e esperto di psicologia della musica Edwin E. Gordon afferma inoltre che “tutte le forme di intelligenza nel loro insieme, non sono altro che lo strumento che piccoli e grandi hanno a disposizione per comprendere il mondo e imparare cose nuove. L’esperienza musicale precoce pertanto, permette ai bambini di sviluppare, quella che è definita “audiation” cioè la capacità di “pensare musicalmente”, ovvero, di sentire la musica nella propria mente e comprenderla anche quando non la si sta ascoltando “fisicamente”.
Il tipico esempio è quando si continua a sentire una canzone o una musica nella testa e si ha proprio l’impressione di sentirla in modo reale, da un podcast, alla radio o da una band a un concerto.
Che tipo di musica pensa che sia adatta per il bambino?
Quella
che piace alla mamma e che desidera sentire quando è col suo bambino. La chiave
della serenità e della felicità dei bambini, in condizioni normali, in assenza
di malattie fisiche o eventi traumatici, è senz’altro il benessere psicologico
ed emotivo della sua madre. Una mamma felice, trasmetterà la sua gioia al
proprio figlio.
Sono
sconsigliate le musiche che abbiano forti percussioni. I bambini hanno uno
sviluppo del loro apparato uditivo e mentale che le registra come vere e
proprie “aggressioni”. Sono più appropriate musiche melodiche, la musica
classica, jazz e anche rock “dolce”.
È
necessario ricordare sempre, che per le loro specifiche frequenze e l’intensità
del suono, le percussioni e i rumori forti spaventano i bambini piccoli,
stimolandoli negativamente.
Dobbiamo immaginare che il bambino durante tutta la gravidanza è immerso nel liquido amniotico che filtra i suoni e sente il battito cardiaco della mamma e il ritmo del suo respiro. Suoni soffici, vellutati, regolari.
Da quale mese di gravidanza Lei consiglia la musicoterapia?
L’udito e
il tatto sono i primi organi di senso che il feto sviluppa. L’apparato uditivo
si sviluppa tra l’ottava e la decima settimana di gravidanza. In questo periodo
la coclea che si trova nella parte interna dell’orecchio, si sviluppa fino a
divenire completa.
Tra il
quarto e il quinto mese di gravidanza il feto risponde ai suoni e alle melodie.
Alcuni studi hanno osservato che il bambino nel grembo materno reagisce agli
stimoli musicali attraverso movimenti o anche rilassandosi e dormendo, in base
al tipo di musica.
Dal sesto al nono mese, le canzoni e le ninne nanne che il bambino già sente, aiutano a creare e rafforzare il legame con la mamma.
Quanto è importante la voce della mamma per il bambino?
La voce
della mamma, come anche quella del papà, per il bambino sono musica e ritmo.
Il tono e
la melodia della voce stimolano la mente del piccolino e creano legami
affettivi. Il ritmo e il tono della voce possono tranquillizzarlo o agitarlo,
rassicurarlo o farlo preoccupare.
Già il
feto può riconoscere la sua mamma, “differenziando” la sua voce da altri suoni
e dunque da altre voci, percepire i suoi sentimenti, le sue emozioni e vibrate
all’unisono, entrando in sintonia con lei.
La voce è
un canale determinante per la trasmissione degli affetti ed è anche lo
strumento,
attraverso cui la mamma trasmette la propria lingua, detta anche non a caso “lingua madre”.
Lo
psicoanalista Donald Winnicott definisce l’atteggiamento della madre
verso il suo neonato, in particolare il tenere il bambino nella propria mente
“preoccupazione materna primaria”, che è la capacità di sintonizzarsi con lui,
di trasmettergli calma e sicurezza, attraverso la pazienza e l’attenzione.
Per mezzo
della voce e del contatto fisico, mamma e bambino nelle prime settimane dopo la
nascita continuano la conoscenza iniziata già durante la gravidanza,
“familiarizzano”, si conoscono e si avvicinano sentimentalmente l’uno all’altro
Il neonato è dipendente dalla madre non solo per essere nutrito e accudito, ma anche per dare senso al nuovo “mondo” nel quale si trova e affrontarlo. La mamma glielo racconta, glielo canta, glielo sussurra alternando parole e silenzio, come in uno spartito musicale, scrivendo insieme la straordinaria sinfonia delle loro vite.
Quali consigli può offrire alle “future mamme”, che si preparano all’importante evento della nascita del proprio figlio?
In
genere, in gravidanza, si consiglia di ascoltare la musica classica per la
purezza e la semplicità dei ritmi e per frequenze alte;
Preferire
melodie semplici e una musica di tipo rilassante. Il bambino ha bisogno di
relax e di una mamma serena e tranquilla;
Al fine
di stimolare lo sviluppo celebrale del bambino e la sua capacità di
apprendimento dopo la nascita, è bene di ascoltare ritmi differenti per ogni
trimestre di gestazione, in base anche ai propri gusti. Differenti tonalità e
differenti melodie aiutano il bambino a distinguere e a familiarizzare con i
suoni;
Andare
tempo, evitando scelte forzate. La musica deve essere rilassante e fonte di
piacere per la mamma. Non va pensata con uno scopo educativo o di apprendistato
in senso stretto. Il bambino avrà tempo per imparare la musica e sviluppare i
suoi gusti;
Ascoltare
e imparare ninne nanne da continuate dopo la nascita del bambino. Saranno un
medium relazionale, avranno un potere tranquillizzante e evocheranno il senso
di protezione vissuto prima di nascere;
Giocare con la musica. Questa sarà sempre fonte di gioia e arricchimento per i figli durante tutta la loro vita.
Il
filosofo ateniese Platone nel 340 a.C. scrive: “La musica è una legge
morale. Essa dà un’anima all’universo, le ali al pensiero, uno slancio
all’immaginazione, un fascino alla tristezza, un impulso alla gaiezza, e la
vita a tutte le cose”.
Parole
che, attraversando il tempo, arrivano fino a noi e risuonano vive e vicine per
la loro profondità e bellezza.
Adelia Lucattini
Adelia Lucattini: “Gravidanza, i benefici della musicoterapia prenatale”
Di
Marialuisa Roscino
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