Può capitare di sentirsi un po' giù nei giorni che ruotano intorno al Natale, periodo in cui "essere felici" sembra ormai diventato un i"must" e un imperativo categorico.
Cerchiamo di capire insieme il perché di questa inaspettata e insolita malinconia e come uscire da questo "mood"-umore negativo ritrovando la gioia autentica di stare insieme alle persone a cui vogliamo bene, agli amici o anche da soli, godendoci feste e vacanze!
UN MITO DA SFATARE
Anche quando non gli si riconosce una valenza religiosa, il Natale è legato indissolubilmente alla celebrazione della famiglia. Ma quale tipo di famiglia?
La famiglia celebrata dal Natale è una famiglia idealizzata che non trova riscontro nella realtà e forse non è nemmeno mai esistita.
Ciò non toglie che le persone, anche in presenza di un nucleo familiare funzionante, provino una malinconia legata al mancato raggiungimento di una famiglia ideale.
Se radici del malessere, dunque, tendono ad affondare nell’idealizzazione o nella realtà della famiglia, nell’equazione entrano anche fattori personali e sociali.
In gioco possono esserci la mancata realizzazione di desideri, progetti o aspirazioni, ma anche il sovraccarico della routine. Ne sanno qualcosa i genitori, quando le scuole dei figli chiudono o quando il lavoro richiede turni extra per le festività. Poi, ci sono le motivazioni sociali: Appare quasi un dovere essere felici, celebrare la famiglia, mostrare attraverso regali e festeggiamenti un benessere economico che magari può essere cambiato nel tempo, talvolta non in meglio. In quest’ultimo particolare caso, è quasi automatico sentirsi esclusi.
I BILANCI DI FINE ANNO
La questione diventa ancora più critica per chi ha perduto persone care o per chi non ha ancora una propria famiglia e all’insieme si aggiunge un fattore aggravante: il periodo natalizio coincide con la fine dell’anno che è un momento di bilanci, anche quando sono inconsci, che coincide con la fine dell'anno solare.
COME SI MANIFESTA
Il "Christmas Blues", in realtà, non si manifesta con un’unica formula.
Il sentimento prevalente, però, è quello della tristezza, accompagnata da irritabilità, nervosismo, inquietudine e un pensiero ansioso rispetto all'organizzazione del Natale e insofferenza verso familiari, amici, parenti e verso tutti quelli che si affrettano a fare regali in una sorta di festoso tripudio collettivo.
Alle persone con un temperamento malinconico, l’atmosfera del Natale provoca una ulteriore caduta depressiva a seguito della presa di coscienza della propria impossibilità ad adeguarsi a questo tipo di modello, nonostante gli sforzi.
MODI COMUNI PER "ESORCIZZARLO"
In reazione allo "stress del Natale" c'è
1 - chi organizza una vacanza per esorcizzare i pensieri tristi,
2 - chi punta su grandi feste in famiglia
3 - chi si affaccenda in regali, perché le compere hanno sempre un effetto antidepressivo
4 - chi trova rifugio in cibo e bevande
5 - non manca chi si chiude dentro casa, aspettando semplicemente che i giorni cruciali passino.
ESSER PRONTI E ORGANIZZATI : "IL MICRO-MANAGING"
Il modo migliore per limitare gli effetti del "Christmas Blues", però, è non farsi trovare impreparati.
Organizzare aiuta, come aiuta estendere o approfondire la rete di contatti e di rapporti con le persone per stemperare la malinconia, la tristezza e il senso di solitudine.
Insomma, anche se la solitudine come momento di relax, riposo e per dedicarsi finalmente a sè stessi, può essere una condizione ricercata, è meglio evitare di rimanere “da soli”.
Alla voce “micro-managing”, poi, ci sono molte cose pratiche che si possono fare:
1 - continuare a fare sport per mantenere in circolo gli ormoni del buon umore
2 - prendersi cura di sé con
massaggi
bagni caldi rilassanti
un nuovo taglio di capelli
3 - programmare una gita o un viaggio anche breve
4 - fare un regalo inatteso a qualcuno che non ne riceve
SE "NE SOFFRE" UN FAMILIARE: PARLARNE E DOMANDARE
Parlarne ha sempre un effetto "magico".
Il poterne parlare, far sentire l’altro compreso, spiegare che, magari, è accaduto anche a noi e raccontare come si è riusciti a superarlo. Insomma, condividere l'esperienza e far comprendere che si può superare, insieme si riesce meglio, spesso prima.
In seconda battuta, chiedere se si può fare qualcosa e, in caso di risposta negativa, è comunque importante mantenere sempre la vicinanza emotiva, affettiva, in modo discreto, amorevole, affettuoso.
IL "CAMPANELLO D'ALLARME"
Quando l’idea del Natale comincia a diventare un’ossessione, un “chiodo fisso”, un’idea pervicace di cui non si riesce a liberarsi, dovrebbe invece suonare un campanello d’allarme.
Bisognerebbe chiedere aiuto quando i sentimenti di malinconia si accompagnano ad attacchi d’ansia, desiderio di fuga anche fisica, e infine quando si manifestano mancanza di concentrazione e attenzione, amnesie, difficoltà ad addormentarsi, insonnia.
Anche in questo caso, il termometro è su due fronti:
1 - Quello personale e privato che prende la forma di malesseri psicologici e/o fisici, con la comparsa di somatizzazioni come mal di stomaco, mal di testa, tremori e cistiti.
2 - Sul piano del funzionamento sociale, invece, ci possono essere difficoltà di rendimento, apatia e distacco in famiglia, insofferenza nei confronti del partner o dei figli, irritabilità ed esplosioni verbali anche per piccole cose a cui prima non si badava.
Da non sottovalutare mai la tendenza all'isolamento, rimanere chiusi in una stanza o a lungo in camera propria, come spesso accade agli adolescenti, ascoltando musica "a palla", da soli, stando al computer o in simbiosi col telefonino, divorando serie-tv per ore e ore, in uno stordimento-isolamento che può prolungarsi anche dopo le feste, alla ripresa della scuola, dell'università, del lavoro, della normale vita quotidiana.
IL "CHRISTMAS BLUES" NON E UNA MALATTIA
Anche se per molti il Natale non assomiglia affatto all’immagine da cartolina proposta dai media e al contrario può trasformarsi in un periodo difficile da affrontare, il "Christmas Blues" non è una malattia, piuttosto è una crisi esistenziale che può accompagnarsi a sintomi malinconici.
COME MAI I BAMBINI SONO "IMMUNI" AL CHRISTMAS BLUES?
Gli unici ad essere sempre felici dell'arrivo del Natale, preceduto da "Santa Lucia" nel Nord Italia e seguito dalla Befana, sono i bambini!
Sarà forse perché i bambini "hanno l'angelo giovane" come narrano i miti nordici, che aleggia intorno a loro e con loro mente gioca, immagina, favoleggia e attende gioiosamente l'arrivo del Natale, di Santa Claus, di Babbo Natale, delle renne, di "Gesù Bambino", bambino come loro, della Befana e anche dei regali.
Sarà perché i bambini adorano le luci, le feste e la "magia" del Natale con i suoi colori, i mercatini, le bancarelle, le feste di beneficenza, i canti, le recite, le musiche, le esposizioni.
Sarà perché amano festeggiare, Lewis Carroll ci ha insegnanto la bellezza delle "feste di non-compleanno" nelle Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie.
Sarà perché sono affascinati dai mille profumi del Natale, tipici e unici al freddo come al caldo, al mare, in montagna, in città, dal Polo Nord, al Polo Sud, ai Tropici, all'equatore.
Sarà perché sono felici di vedere tutti insieme, in momenti di festa, senza i pensieri e gli impegni della vita quotidiana, i genitori, i nonni, i cuginetti, gli zii, gli amici.
Il Natale è dei bambini e della loro magia, gli adulti hanno qualcosa da imparare, come poter essere confusi e felici, malinconici e curiosi, sempre pieni di fiduciosa speranza che qualcosa di bello possa arrivare, costruendolo insieme, attraverso i sentimenti, gli affetti, i rapporti sinceri, l'autenticità, la schiettezza e il saper sognare, consapevoli che comunque il 7 gennaio arriverà, come sempre, puntuale per riportarci alla vita di ogni giorno, che continua, ma forse...in modo migliore!
Adelia Lucattini
"Come affrontare il Christmas Blues e ritrovare il sorriso"
Intervista ad Adelia Lucattini di Stefania Medetti
D-Repubblica.it - Psico
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