Cos’è la “droga dello stupro”? Sempre più frequenti episodi di cronaca sollecitano un approfondimento su quello che Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (SPI) definisce “Una patologia sociale”.
Di “droga dello stupro” non ne esiste soltanto una. Oltre al GHB (acido gamma-idrossibutirrico), noto anche come “ecstasy liquida” c’è il GBL (gamma-butirrolattone), che viene utilizzato ancora più spesso sia nella commissione di reati sessuali che della pratica nota come “Chemsex”, ovvero il ricorso a sostanze chimiche per migliorare le prestazioni.
Un'abitudine praticata soltanto da playboy un po' agée che abusano del Viagra? Non solo: anche tra i giovani "l'aiutino" sta diventando sempre più abituale, anche per sconfiggere quella sensazione di inadeguatezza che un po' è fisiologica in adolescenza e un po' deriva dalla sempre più diffusa esposizione ai modelli distorti del porno.
Sia il GBL che il GHB hanno effetti sedativi e la loro agevole reperibilità anche in Rete rappresenta un notevole pericolo sociale. "La droga dello stupro costa poco – spiega Lucattini - e quindi i ragazzi ne hanno facile accesso. In più è semplice da trasportare perché è liquida, insapore e inodore. La mattina dopo però si hanno nausea, vertigini e crisi nervose gravi, perché a basso dosaggio è come la cocaina: dà euforia, mentre ad alto dosaggio è un anestetico. Le persone sotto stress spesso assumono droghe per sopportare la fatica e in più la GHB dà una sensazione di benessere, rilassatezza, aumenta il desiderio sessuale, mantiene l'erezione e rende più socievoli e disponibili perché eccitante. In Italia come farmaco è autorizzato per il trattamento della Sindrome da Astinenza Alcolica (SAA) e nel mantenimento dell’astinenza a medio/lungo termine nei soggetti alcol-dipendenti. C'è comunque un grande mercato nero di queste sostanze”.
Un’altra sostanza che può essere impropriamente utilizzata per generare uno stato di perdita di coscienza è l’Adderal, un’anfetamina autorizzata nel nostro Paese solo per la narcolessia e l'ADHD (la sindrome neurologica da iperattività).
“Negli Stati Uniti invece è ammessa come antidepressivo, perché nelle grandi aziende e università americane c’è un livello di competizione così alto da avere bisogno di stupefacenti per gestire lo stress e la fatica”, aggiunge Lucattini. “Però ci sono stati molti suicidi, per esempio fra i professori ordinari all'Università di Harvard e in passato tra alcuni piloti dell'aeronautica militare Usa negli Anni '70, su cui la sostanza è stata sperimentata. Si può morire anche esagerando nelle dosi: in Italia, ad esempio, è proibito utilizzare anestetici nella terapia dell’insonnia: Michael Jackson è morto così”.
Ovviamente è l’uso improprio che rappresenta un allarme sociale. Ideate per ben altri scopi, queste sostanze forniscono un notevole vantaggio a chi ha brutte intenzioni: sono insapori e facilmente solubili (ed è per questo che bisogna prestare attenzione ad eventuali offerte di cocktail nei locali), nonché facilmente metabolizzabili ed eliminabili dall’organismo, il che’ rende molto difficile scoprire il loro impiego mediante esami tossicologici ex-post.
Chi le assume, anche a propria insaputa o contro la propria volontà, passa rapidamente a uno stato di rilassamento e riduzione delle inibizioni, associato al benessere provocato dall’aumento di dopamina.
In grandi quantità, possono provocare amnesia, ulteriore problema per chi deve ricostruire eventuali reati e relative responsabilità. Gli effetti sono però notevolmente variabili da persona e persona e, in alcuni casi, provocano conseguenze spiacevoli che vanno da vomito e convulsioni, sino al coma e persino alla morte. Gli effetti più nefasti derivano spesso dalla combinazione con alcool, cocaina o altre sostanze, in un mix letale favorito dalla perdita del controllo vigile sulle proprie azioni.
In Italia, in base al Testo unico sugli stupefacenti (DPR 309/90) e alle successive modifiche apportate con la Legge 79/2014, sia il GBL che il GHB sono inseriti nella tabella delle benzodiazepine (una classe di psicofarmaci), tra le varie “sostanze stupefacenti e psicotrope poste sotto controllo internazionale e nazionale” e “collegate al sistema sanzionatorio per gli usi illeciti”.
Ma non finisce qui. Benché in preoccupante aumento, l’impiego di sostanze come GBL e GHB come “droga dello stupro” è ancora residuale.
Gli stressi drammatici effetti possono essere ottenuti tramite l’impiego di droghe più conosciute come la già citata cocaina, ma anche i cannabinoidi e l’etanolo. Anche per queste tipologie, gli effetti più devastanti si ottengono con i “mix” di droghe ed alcool, fenomeno che purtroppo riguarda anche i più giovani.
Adelia Lucattini
Che cos'è la "droga dello stupro" e perché
rappresenta una patologia sociale
Pubblicata su Affari Italiani