Gli studenti delle scuole superiori che seguono corsi di musica
ottengono risultati significativamente migliori in matematica, scienze e
inglese rispetto ai loro compagni che non studiano la musica.
Le ricerche
Studiare uno strumento dà risultati migliori del solo canto
S'impara a fare "squadra"
Fondamentale la partecipazione di genitori ed insegnanti
Educazione musicale e ripartizione delle risorse economiche
Ogni momento ha la sua "colonna sonora"!
Erroneamente ancora persiste la convinzione che gli studenti
che dedicano tempo alla musica piuttosto che alla matematica, alla scienza e
all'inglese, avranno prestazioni e risultati scolastiche inferiori, recenti
studi scientifici invece dimostrano proprio il contrario.
La ricerca condotta da Peter
Gouzouasis e dal suo gruppo dell’University of British Columbia ha dimostrato
che questa convinzione è sbagliata e ha scoperto che più gli studenti si
impegnano con la musica, vanno meglio in matematica, scienze e inglese.
Gli studenti che hanno imparato a suonare uno strumento
musicale alle elementari e hanno continuato a suonare alle scuole superiori non
solo hanno ottenuto voti significativamente più alti, ma alla distanza sono risultati in media circa un anno accademico avanti rispetto ai loro compagni che non la studiano e
con migliori voti anche all'esame di maturità, indipendentemente dal loro provenienza
sociale, livello economico della famiglia, etnia e soprattutto dall’apprendimento
precedente in matematica, inglese (livello linguistico e conoscenze della
letteratura) e scienze.
Gouzouasis e il suo team hanno esaminato i dati di tutti
gli studenti delle scuole pubbliche della British Columbia che hanno fatto la
maturità anno tra il 2012 e il 2015. Il campione era di oltre 112.000 studenti,
includeva coloro che hanno completato almeno un esame di matematica, scienze e
inglese, e per i quali i ricercatori hanno avuto informazioni demografiche precise:
tra cui genere, etnia, stato socioeconomico del quartiere e apprendimento
precedente in abilità di calcolo e alfabetizzazione.
Gli studenti che avevano studiato uno strumento musicale avevano
un rendimento identico agli studenti che continuavano a studiarla anche alle
scuole superiori. I corsi di musica scelti dai ricercatori sono corsi che prevedono
lo studio di uno strumento o canto con studio della musica scritta (solfeggio):
band, pianoforte, orchestra, jazz band, coro da concerto e jazz vocale.
I ricercatori hanno scoperto che i risultati migliori erano
tra gli studenti che hanno studiato uno strumento piuttosto che solo canto. I
risultati suggeriscono che le abilità apprese grazie allo studio di uno
strumento, sono molto ampie e meglio spendibili nello studio e nella
comprensione delle materie scolastiche.
Inoltre, Imparare a suonare uno strumento musicale e
suonare in un gruppo, in una band, è
molto impegnativo, lo studente deve imparare a leggere le note musicali,
sviluppare la coordinazione occhio-mano-mente, sviluppare la capacità di
ascolto, sviluppare abilità di “squadra” per suonare in un gruppo e sviluppare una
disciplina interiore per riuscire a suonare con costanza sia da solo che col
suo gruppo.
Tutte queste esperienze di apprendimento, migliorano le
capacità cognitive (l’intelligenza raziona logico-formale) dello studente, le
funzioni esecutive (le capacità manuali, di svolgimento dei problemi, di
velocità nelle sequenze logiche), potenziano l’intuizione, diminuiscono i
livelli d’ansia, insegnano a lavorare in gruppo ed ad andare “a tempo” sia
nella musica che nella vita, potenziano la motivazione ad imparare anche a
scuola e danno una misura della propria capacità di riuscita, aumentano
l’autostima e permettono una autovalutazione più precisa ed efficace.
Confortati da queste ricerche su larga scala che hanno
coinvolto migliaia di studenti, i ricercatori sperano che le loro scoperte possano
sostenere negli studenti, nei genitori, negli insegnanti e in tutti coloro che
si occupano d’istruzione nello studio della musica come una delle materie
scolastiche che proseguano anche alle scuole superiori, dentro la scuola, nel
programma scolastico quando possibile, altrimenti fuori dall'orario scolastico.
L'Italia ha una lunga tradizione delle bande di paese (orchestre di soli strumenti a fiato) o delle fanfare, ancora molto attive in tutta la Francia, che hanno fornito per più di un secolo la possibilità di studiare e fare musica a moltissime persone anche nei paesi più lontani dalle grandi città.
I musicisti lo sanno e lo sostengono da sempre, le ricerche
scientifiche sono un utile strumento di informazione e conferma di una pratica
consolidata ormai da secoli.
Spesso, le risorse per l'educazione musicale - compresa
l'assunzione di insegnanti diplomati, musicisti e cantanti, band e
strumenti a corda (chitarra, violino, violoncello, contrabbasso, etc) sono i primi a "cadere" quando ci sono dei tagli economici,
soprattutto i corsi pomeridiani all'interno delle scuole, e spesso non disponibili nelle scuole
elementari in cui comunque sempre c’è un' attenta e pregevole valorizzazione delle
materie letterarie, di matematica, scienze e inglese.
D'altro canto non si può più ignorare che l'educazione musicale, molti anni di
apprendimento strumentale di alta qualità e suonare in una band o orchestra o
cantare in un coro di buon livello, può essere la cosa che migliora il
rendimento scolastico in modo più che sensibile e un modo per far sì che gli studenti
abbiamo un approccio allo studio e all'apprendimento più "olistico", completo, complesso, sfaccettato, articolato.
Perché la musica aiuta a pensare.
La musica è uno strumento per la prevenzione della depressione
Non da ultimo, lo studio di uno strumento è un’efficace
mezzo per la prevenzione dei disturbi depressivi dell’infanzia e
dell’adolescenza, grazie al ritmo della musica che fornisce un ritmo interno
alla psiche, alla mente ed alle emozioni, grazie al rapporto con l’insegnante e
infine grazie alla possibilità di sentire lo strumento come un amico, una parte di se stessi con sui i bambini e gli adolescenti
possano sentirsi in compagnia, mai soli, ed attraverso il quale sperimentare le
proprie capacità e trovare la propria strada, attraverso lo sviluppo armonioso
della propria personalità e progressiva autonomia.
Lo studio della musica non coercitivo ma proposto con
“passione” e, quando necessario, insieme ad un trattamento psicoterapeutico e/o
analitico, è utilizzato come coadiuvante della cura dei disturbi
depressivi dell’infanzia e dell’adolescenza.
D’altro canto, quanto spesso vediamo e sentiamo i bambini e
gli adolescenti ascoltare la musica talvolta nascosta dentro le cuffiette altre
volte amplificata da casse WIFI portatili, accompagnati nelle loro giornata
dalle “colonne sonore” del momento ed ogni momento ne ha una speciale, scelta, ascoltata, proposta, condivisa, amata alla fine da tutti, dai genitori e da figli che li tengono aggiornati sull'ultimo rapper, cantante pop, neomelodico, neo-romantico, jazz, soul, funk, hip hop!
Adelia Lucattini
Science News
Bibliografia:
Martin Guhn, Scott D. Emerson, Peter Gouzouasis. A
population-level analysis of associations between school music participation
and academic achievement, Journal of Educational Psychology, 2019; DOI:
10.1037/edu0000376
Band dell’Accademia Musicale “Magnificat” di Gerusalemme