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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

BAMBINI DELLA "WEB-NET-TOUCH GENERATION". E GLI ADULTI? I "NOCCHIERI" DELLA NAVE GIÀ SALPATA!

La "net-generation" è il nome con cui i sociologi definiscono l'ultima generazione di bambini e ragazzi "nativi digitali", cioè nati e cresciuti con telefonino, tablet, computer e internet, e saranno la futura classe dirigente e lavoratrice dei paesi industrializzati e dei paesi "emergenti" in rapido sviluppo e veloce espansione. Sempre nuovi nomi vengono cercati per definire questa generazione, come se si sentisse il bisogno di trovare sempre nuove "classificazioni" che permettano di comprendere meglio i cambiamenti rapidissimi   che si associano ai nuovi strumenti tecnologici e al modo in cui si usano. Già si parla di "touch generation" , bambini nati con i dispositivi touch-screen che danno per scontato internet e tecnologie touch che per i genitori sono... avanzatissime ! Ma qual'è il ruolo degli adulti, genitori, nonni, insegnanti, educatori  rispetto all'impatto che questi cambiamenti hanno su bambini...

QUESTI BAMBINI DI OGGI……TUTTI IPERATTIVI

                      L’aggettivo iperattivo e l’espressione ‘…. è iperattivo…. ’ rappresenta senz’altro una delle più frequenti usate da genitori, insegnanti, educatori: ‘… non sta mai fermo…’ ‘…secondo me è un pochino iperattivo’, ‘….ma mica avrà….come si chiama….. l’ADHD’. Spesso anche di fronte allo specialista dell’età evolutiva, come ad esempio il neuropsichiatra infantile, l’analista infantile o lo psicoterapeuta dell’età evolutiva, l’aggettivo iperattivo anziché essere formulato in modo interrogatorio viene inserito, dagli adulti, in frasi dal senso vagamente perentorio ‘… dottoressa...ho quasi paura a dirlo… mio figlio è iperattivo ...’ . LE PAROLE SONO IMPORTANTI Sembra che questi termini costituiscano una sorta di definizione allargata con cui l’adulto, in prima battuta, cerca di categorizzare e quindi ricondurre ad una tipologia definita un insieme eterogeneo sia di comportamenti osservati nel bambino ...

"OGNI RICCIO UN CAPRICCIO". QUANDO I BAMBINI CAPRICCIOSI NON SONO VIZIATI MA TRISTI

L'ESPERIMENTO DI FEDERICO II DI SVEVIA Salimbene de Adam da Parma, religioso e scrittore, nella sua "Cronica" del 1200 riporta la leggenda secondo cui l'imperatore Federico II di Svevia voleva scoprire che lingue avrebbero parlato i bambini se nessuno avesse mai comunicato con loro. Così alcuni piccoli vennero sottratti alle loro madri e affidati a delle balie, nutrici con l'ordine di dar loro da mangiare, lavarli, cambiarli, dissetarli. Ma senza mai parlare con loro. La leggenda narra che l'esperimento si concluse tragicamente. Tutti i bambini dati alle balie morirono, mentre quelli lasciati con le madri, autorizzate a parlare loro, sopravvissero. I NUMERI Secondo diversi studi, il fenomeno colpisce il 2% dei più piccoli e il 4-8% degli adolescen ti. Loro non sono in grado di descrivere il malessere, ma ci sono dei comportamenti che possono aiutare i genitori a intervenire. L'esperta spiega quali sono questi indicatori, che ruol...