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"OGNI RICCIO UN CAPRICCIO". QUANDO I BAMBINI CAPRICCIOSI NON SONO VIZIATI MA TRISTI



L'ESPERIMENTO DI FEDERICO II DI SVEVIA

Salimbene de Adam da Parma, religioso e scrittore, nella sua "Cronica" del 1200 riporta la leggenda secondo cui l'imperatore Federico II di Svevia voleva scoprire che lingue avrebbero parlato i bambini se nessuno avesse mai comunicato con loro.
Così alcuni piccoli vennero sottratti alle loro madri e affidati a delle balie, nutrici con l'ordine di dar loro da mangiare, lavarli, cambiarli, dissetarli. Ma senza mai parlare con loro.
La leggenda narra che l'esperimento si concluse tragicamente.
Tutti i bambini dati alle balie morirono, mentre quelli lasciati con le madri, autorizzate a parlare loro, sopravvissero.


I NUMERI

Secondo diversi studi, il fenomeno colpisce il 2% dei più piccoli e il 4-8% degli adolescenti. Loro non sono in grado di descrivere il malessere, ma ci sono dei comportamenti che possono aiutare i genitori a intervenire. L'esperta spiega quali sono questi indicatori, che ruolo può avere la scuola, come si arriva a una diagnosi e quali sono percorsi di cura più efficaci

LE PRIME DESCRIZIONI

È la prima descrizione di una gravissima forma di depressione infantile, quella cosiddetta "anaclitica" che molti secoli dopo, passata la Seconda guerra mondiale, gli psicanalisti John Bowlby e René Spitz osservarono nei bambini ospiti di un orfanotrofio, ben curati e nutriti, ma privati delle cure, del contatto, delle attenzioni e dell'amore delle loro mamme: 27 su 34 di loro morirono entro un anno.

L'aumento di attenzione e sensibilità verso i bambini e il progresso delle scienze finalizzate a interpretare i loro comportamenti, sentimenti e disagi, consentono oggi di dire che anche loro, come gli adulti, possono soffrire di depressione.

A CHE ETA SI MANIFESTA?

Nei primissimi anni di vita, e in particolare nei bambini da zero a 10 anni la depressione è un fenomeno piuttosto frequente. E' diagnosticabile in età pre-scolare, tra i 2 e i 5 anni, e anche da 0 a 3 anni, benché si tratti di una situazione molto più rara. A parte alcune forme gravi e ben conosciute, la depressione più frequente è anche la meno grave, ma provoca ovviamente una grande sofferenza nel bambino e nella sua famiglia. Inoltre, se non riconosciuta e trattata, può avere delle ripercussioni importanti sulla sua vita presente e sul suo sviluppo, e quindi sul suo futuro di adolescente e di adulto.

QUANTI BAMBINI NE SOFFRONO?

Molti studi epidemiologici riportati dal Ministero della Salute hanno stimato che il 2% dei bambini ha avuto almeno un episodio depressivo nel corso della vita, percentuale che sale al 4-8% tra gli adolescenti. Ma mentre è cosa certa che le ragazze abbiano maggior probabilità di imbattersi nella depressione, per i bambini non esistono stime ufficiali che differenzino la situazione tra maschi e femmine.

QUALI LE CAUSE SCATENANTI?

Le forme depressive nei bambini sono generalmente reattive rispetto a eventi traumatici personali e familiari, a malattie fisiche importanti, a disturbi specifici dell'apprendimento, talvolta all'adozione. 

SE IL BAMBINO NON NE PARLA

Il bambino depresso di rado appare triste, piange o parla del proprio stato, perché non è in grado di dire che cos'è quello che sente. lo sente, ma non sa dargli un nome. Questa difficoltà è essa stessa causa di un disagio che può impedire al piccolo di superare naturalmente la cosa.

QUANDO IL BAMBINO LO DICE

Può addirittura capitare che alcuni bambini parlino di suicidio o dicano che morire "sarebbe meglio", pur non essendoci la piena consapevolezza del significato "reale" della parola "morte" prima degli 8-9 anni. "Sono comunque segnali che non vanno mai sottovalutati o sminuiti e che anzi possono essere lo spunto per iniziare un discorso sulle paure, le perdite, le separazioni, sulla tristezza e la felicità".

QUALI SONO I SEGNALI PIÙ COMUNI?

Ma come può un genitore capire se il suo bambino è capriccioso o depresso? 
I piccoli depressi hanno tutti dei disturbi del comportamento evidenti che vengono sopportati inizialmente poiché i genitori sperano che possano passare spontaneamente, e in linea generale è così. Solo se i comportamenti continuano, e si manifestano sia scuola che a casa, e solo se il bambino comincia avere difficoltà a dormire, a mangiare, se diventa aggressivo, risponde male, è impertinente o reagisce fisicamente, magari 'picchiando' gli amichetti, i fratellini e anche i genitori, allora è importante chiedersi se possa essere depresso.

I CAPRICCI

I capricci sono normali nei bambini, non per nulla esiste il detto "ogni riccio un capriccio", ma quelli che si ripetono e durano a lungo spesso sono espressione di un disagio, un mezzo per attirare l'attenzione su di sé, su qualcosa che li fa soffrire, li mette in difficoltà e che i piccoli 

BAMBINI  "IPERATTIVI" ?

Per la naturale unità mente-corpo dei bambini, ogni sofferenza interiore si trasforma in anche in sofferenza fisica e in un bisogno incontrollabile di "movimento".
Spesso i bambini depressi hanno problemi o disturbi del comportamentali  e appaiono iperattivi, per questo viene troppo spesso erroneamente diagnosticato un disturbo da e "iperattività" con indicazione al trattamento farmacologico.
Il trattamento è psicoanalitico, come dimostrano gli studi più recenti ed aggiornati.

LA CAPACITÀ DI ESPRIMERE I SENTIMENTI S'IMPARA ALL'INTERNO DI UNA RELAZIONE

La capacità di esprimere i propri sentimenti, le emozioni, le sofferenze e la felicità con parole si acquisisce con il tempo all'interno di una relazione affettuosa con i propri genitori e con le persone che si occupano costantemente del bambino, nel rapporto con lo psicoanalista infantile.
Inoltre, proprio lo stretto rapporto tra mente e corpo tipico loro, fa sì che ogni situazionie emotiva si esprima attraverso il corpo, il dolore come la felicità.

L'APPARENZA INGANNA. 
IL BAMBINO URLANTE E IRREQUIETO E BAMBINO "MUTO" E IMMOBILE SPESSO SONO BAMBINI TRISTI O ARRABBIATI

L'esperienza insegna che ogni bambino molto agitato, irrequieto o aggressivo, può essere un bambino triste o arrabbiato
L'agitazione e il movimento sono espressione e valvola di sfogo della tensione che si portano dentro. 
I bambini tristi o depressi, spiega la letteratura scientifica, possono non essere agitati, ma silenziosi, immobili, poco partecipativi, accondiscendenti, ubbidienti. 
Dal momento però che non danno fastidio, sono semplici da gestire, è quindi è più difficile riuscire a comprendere come realmente si sentono o cosa provano.

I SEGNALI  ALLARMANO

L'allarme si crea se compaiono insonnia o inappetenza, con perdita di peso e talvolta anoressia. 
La cosa che però accomuna tutti, agitati e tranquilli, è una progressiva diminuzione o uno scarso rendimento scolastico.

IL RUOLO DELLE INSEGNANTI E DELLA SCUOLA

Che ruolo ha questa istituzione così fondamentale nell'aiutare questi bambini e i loro genitori? Un ruolo importantissimo. 
Le insegnanti stanno a contatto con i piccoli molte ore al giorno, sono attenti osservatori dei loro comportamenti e del loro rendimento, della loro capacità di stare insieme agli altri e di interagire con gli adulti. 
Li accompagnano in mensa, li osservano mentre mangiano e vedono quanto mangiano, si accorgono se sono più affaticabili o in forze, più vivaci o più spenti.

La scuola è insomma una grande risorsa per i figli e i loro genitori, e le insegnanti, pur non potendo sapere che cosa un bambino abbia realmente o non riuscendo a spiegarsi perché tenga un certo tipo di comportamento, possono rilevare con molta attenzione e precisione il suo stato d'animo, e spesso lo descrivono molto bene e sono i primi a parlarne con i genitori.

CHI DEVE FARE LA DIAGNOSI? E COME SI FA LA DIAGNOSI?

E ora veniamo al capitolo più "ostico" per i non addetti ai lavori e per i genitori.
Un primo ruolo importante spetta al pediatra. E' importante che il pediatra valuti che non ci siano malattie fisiche che, proprio come negli adulti, portano con sé sintomi depressivi. 

Il passo successivo è far fare un'osservazione (la "consultazione"del bambino allo Psicoanalista Infantile, per permettere un inquadramento diagnostico e l'individuazione di eventuali Disturbi Specifici dell'Apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia, disprassia). Lo psicoanalista indicherà, se necessaria, una valutazione da parte del Neuropsichiatra Infantile.

COME SI SVOLGE UNA VISITA PSICOANALITICA?

L'osservazione psicologica e del comportamento del bambino, consiste in alcuni incontri con i genitori e il bambino.

Lo Psicoanalista un primo incontro vede il padre e la madre, raccoglie e ricostruisce con loro la storia del bambino, della famiglia e i problemi che vengono presentati dal bambino. Successivamente, si hanno tre o più incontri con il bambino da solo mentre i genitori aspettano in sala d'attesa, e talvolta possono entrare se il piccolo non si sente sicuro o a proprio agio. 
Infine, si ha un ultimo incontro con i genitori in cui lo psicoanalista riferisce che cosa ha osservato, espone l'eventuale diagnosi e fornisce l'indicazione terapeutica. 
Starà poi ai genitori decidere se intraprendere o meno la terapia. 
Su richiesta viene rilasciata una certificazione.

POSSIBILITÀ DI ATTIVAZIONE DEI B.E.S. (BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI) E DI UN P.D.P (PROGRAMMA DIDATTICO PERSONALIZZATO) 

La certificazione può essere utilizzata dai genitori qualora fosse necessario per il bambino per l'attivazione dei B.E.S. (Bisogni Educativi Speciali, legge 170/2010) e di un P.D.P. (Programma Didattico Personalizzato) a scuola che può essere richiesto anche per disturbi del comportamento su base emotiva, depressiva, per ansia o fobie o attacchi di panico, di cui anche bambini, come gli adolescenti, possono soffrire.
Naturalmente a termine, soltanto finché il bambino ne avrà necessità.

LE TERAPIE

La depressione infantile si cura. Si cura con l'analisi e la psicoterapia analitica.
Attualmente l'analisi e la psicoterapia analitica sono considerate le terapie più efficaci per ottenere risultati a breve termine e nel lungo periodo

Nelle forme non complicate da patologie organiche, l'uso dei farmaci convenzionali nella depressione e nell'ansia infantile,  nei protocolli internazionali attuali, non è indicato.
L'utilizzo di farmaci biologici, fitofarmaci e farmaci omeopatici, su prescrizione di medici specialisti ed esperti nel trattamento di queste forme nell'infanzia, ha invece delle indicazioni specifiche e mirate.

Adelia Lucattini


Vai alla fonte 
Leggi articolo originale della giornalista e scrittrice Sara Ficocelli 
"Depressione nei bambini, quei segnali per distinguere il disturbo dai capricci" su  Repubblica.it - Salute

 


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