Il
Primo Congresso Mondiale di Traduttologiache si è tenuto a Parigi, ha di nuovo
messo in evidenza il grande valore del bilinguismo strumento per implementare
le qualità emotive e intellettuali dei bambini, la possibilità per loro di
avere maggiori e migliori rapporti sociali da adolescenti e non da ultimo
l'opportunità di maggiori sbocchi professionali da adulti.
GLI STUDI RECENTI
Recenti studi dimostrano che chi fin da piccolo è abituato a parlare due lingue è più veloce nel "cambiare registro" e quindi vanta una maggior facilità nell'apprendere altre lingue.
I PROGRAMMI SCOLASTICI REGIONALI
E mentre i programmi di alcune regioni autonome, la Sardegna, il Trentino, la Val d'Aosta per citarne alcune, inseriscono le lingue minoritarie anche tra i banchi di scuola, ecco alcune ottime ragioni per cui il recupero del passato potrebbe avviare i ragazzi a un migliore futuro.
Ogni genitore desidera il meglio per i propri figli, offrire opportunità, aiutarli a vivere al meglio la propria vita.
LA GRANDE RICCHEZZA: TRASMETTERE AI FIGLI LA PROPRIA LINGUA MADRE O IL DIALETTO
Com'è accertato che trasmettere la propria lingua "madre" (nazionale) e un vero "dono" ricco di opportunità per i figli, ormai è accettato che è un bene cercare di trasmettere ai figli anche il proprio dialetto o lingua regionale.
Con la convinzione che i dialetti siano un grande patrimonio che accomuna milioni di persone, una parte importante della loro identità, anche la Sardegna ha introdotto lo studio delle lingue sarde fin dai primi anni di scuola.
Il progetto prevede lo studio delle lingue madri sarde come materia didattica, come già accade per il ladino ed il tedesco in Trentino-Alto Adige la lingua d'Oc (Occitano) in Val d'Aosta.
L'INSEGNAMENTO DELLE LINGUE MINORITARIE A SCUOLA
Un'iniziativa meritevole per un motivo poco conosciuto ai più: l'introduzione delle lingue minoritarie, impropriamente chiamate anche dialetti, nelle scuole, oltre a tutelare il patrimonio linguistico e culturale delle popolazioni, con le loro specificità e differenze, può favorire il consolidamento di un vero e proprio bilinguismo o di acquisirlo nel caso il "dialetto" non fosse più parlato in famiglia, dal momento che i bambini imparano le lingue più facilmente e rapidamente degli adulti.
Imparare a parlare sardo, come il francese, il tedesco, il grecanico, l'albanese, tutte lingue esistenti e parlate da secoli in Italia, renderebbe più semplice ai bambini imparare e parlare anche un'altra lingua straniera.
LA CREATIVITÀ DERIVA ANCHE DAL LINGUAGGIO
Diversi studi hanno dimostrato che chi fin da piccolo é abituato a parlare due lingue, ha una maggiore velocità nel 'cambiare registro', a giocare creativamente con le parole e ad aprire delle nuove 'caselle' in cui inserire insieme a parole diverse, nuovi concetti.
Questi bambini avrebbero quindi una maggior facilità nell'apprendere altre lingue, per esempio l'inglese, la lingua maggiormente utilizzata nella comunicazione commerciale e scientifica, e se necessario, anche più di una.
Un esempio tra tanti, quel che accade tra le valli Ladine del Trentino-Alto Adige, dove il bilinguismo è una realtà consolidata: in pochi anni, per far fronte alle mutate richieste del mercato, gli operatori del settore turistico di qualunque età hanno imparato rapidamente l'inglese, il francese, lo spagnolo, il russo e persino rispolverato il tedesco, sentito magari fin da piccoli ma mai parlato (bilinguismo passivo) per aprirsi e comunicare con nuovi mercati.
UN VALORE ULTERIORE NEL MONDO GLOBALIZZATO
La valorizzazione dei dialetti e delle lingue minoritarie parlate in molte regioni italiane apre quindi al mondo globalizzato in modo nuovo, preservando al tempo stesso l'identità che passa attraverso la lingua, le tradizioni, il rapporto tra le generazioni e facilitando l'apprendimento delle lingue 'straniere'.
CORNELIA - LA MADRE DEI GRACCHI
La storia antica ci tramanda che nel II secolo dopo Cristo, Cornelia, la madre dei Gracchi, rimasta vedova da giovane avesse rifiutato di sposare il re d'Egitto, per dedicarsi all'educazione dei figli.
Si dice che un giorno a una matrona romana che si vantava con lei delle tante pietre preziose e gioielli di cui si adornava, avesse risposto indicando con orgoglio i suoi figli Caio e Tiberio: "Haec ornamenta mea" - "Ecco i miei gioielli!".
UN PATRIMONIO CHE SI TRASMETTE DAI GENITORI AI FIGLI
Il patrimonio che ogni genitore può lasciare ai propri figli è quindi innanzitutto psicologico, emotivo e razionale, culturale, familiare e sociale.
La trasmissione della propria propria "lingua madre" personale o familiare, o del proprio "dialetto", è un grande regalo che ognuno può fare ai propri figli e nipoti, anche i nonni possono infatti insegnare la propria lingua ai nipoti con grande successo!, aprendo nuove vie grazie a un presente solidamente agganciato al passato, in un 'continuum' in perenne evoluzione e trasformazione, verso traguardi importanti.
Ad meliora semper!
Adelia Lucattini
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Articolo di Adelia Lucattini
"Insegnate il dialetto ai bambini, impareranno meglio l'inglese"
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