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TRAUMI: COME AFFRONTARLI, VINCERE LA PAURA E RITROVARE LA SERENITÁ

Il termine “trauma” deriva dal greco “τραῦμα” (trauma) che significa “perforare”, “danneggiare”, “ledere”, “rovinare”. 
Riferito al corpo significa sia “ferita con lacerazione” che “urto violento” sull’ insieme dell’organismo, fisico e mentale. 

CHE COS'È UN TRAUMA PSICOLOGICO?

E un termine molto usato in medicina poiché il corpo spesso può essere ferito o subire urti. Nel primi del '900 è stato adottato anche dalla psicoanalisi e dalla psichiatria che lo hanno usato per ferite o "urti" che colpiscono la mente, le emozioni, i sentimenti.

Per trauma s'intende quindi un danno psicologico, anche momentaneo o passeggero, che una persona, bambino, adolescente o adulto subisce quando è esposto ad uno "stimolo ambientale negativo" che è dannoso in quanto inaspettato e imprevisto, non pensato prima, a volte neanche immaginato e sempre superiore alla capacità dell'individuo di sopportarlo, impensabile e incredibile.


I GRANDI TRAUMI

I traumi più comunemente noti e considerati grandi traumi, associati a grande dolore e dispiacere, sono:

1 - Il lutto, la malattia propria o di una persona cara, gli incidenti stradali, le catastrofi naturali, la guerra (vissuta sia da militare che da civile)

2 - Ogni forma di abuso fisico o sessuale, il bullismo, la violenza domestica

3 - Essere sottoposti a violenza verbale, fisica o alla sua minaccia

4 - Subire accuse e attacchi (anche legali) ingiusti o ingiustificati

5 - La perdita di sicurezze personali, come la perdita del lavoro e della casa

6 - La fine di un amore, la separazione, il divorzio

7 - Il "mobbing" sul posto di lavoro, lo "stalking" da parte di persone conosciute e sconosciute

8 - Una malattia fisica o mentale, se improvvisa o grave

9 - Le catastrofi naturali (terremoti, alluvioni, valanghe, etc), gli attentati, gravi incidenti stradali, aerei, ferroviari, navali

10 - L’emigrazione e la guerra


Anche il solo assistere a questi fatti può costituire un evento traumatico importante.
In questo caso si parla di vittime "secondarie" se spettatori e di vittime "terziarie" nel caso dei soccorritori che assistono le "vittime primarie", come accade per ai soccorritori (operatori sanitari, Vigili del Fuoco, volontari)


I PICCOLI TRAUMI 

Talvolta nei piccoli traumi il dolore e il dispiacere sono minori, per questo talvolta non vengono riconosciuti sul moneto, anche se percepiti.
Spesso sono duraturi o si ripetono nel tempo, per questo sono potenzialmente dannosi quanto i  "grandi traumi" e più insidiosi. 
Sono tanto più pericolosi se protratti nel tempo, se avvengono durante l'infanzia, e l'adolescenza, perché i bambini e gli adolescenti sono più vulnerabili e hanno minori strumenti per comprendere, spiegarsi e dare un senso a quello che sta succedendo.

Vediamo quali sono alcune delle situazioni più frequenti:

1 - Nei bambini i traslochi tanto più se frequenti, per motivi di lavoro dei genitori o in
     seguito alla loro separazione 

2 - Le malattie croniche comuni come asma, gastroenteriti ricorrenti, emicrania, allergie  o
     più rare come malattie cardiache, renali o diabete giovanile

3 - I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (Disprassia, Dislessia, Disortografia, Disgrafia,
     Discalculia) anche se riconosciuti e trattati per tempo perché i bambini sanno di averli e
     questo li fa sentire "diversi".
     Sono tanto più traumatici quanto più i bambini sono intelligenti perché si accorgono delle       proprie difficoltà senza riuscire a capire come affrontarle 

4 - La morte del proprio cane o gatto, soprattutto se il bambino o l'adolescente ci sono            cresciuti insieme 

5 - La perdita di un amico perché ha cambiato città, scuola, quartiere, nazione

6 - I litigi familiari con difficoltà o impossibilità di frequentare ancora zii, cuginetti, nonni

7 - Il cambiamento di scuola con la perdita di rapporto con gli amici e gli insegnanti

8 - Il cambiamento di sport o squadra o società sportiva, con la perdita dei riferimenti
     affettivi, i compagni, gli allenatori, i luoghi fisici in cui il bambino o l'adolescente hanno
     trascorso tanto tempo, a volte tanti anni.

9 - L’istituzionalizzazione: esser stati ricoverati in ospedale, aver vissuto in
     orfanotrofio (in molti paesi ancora esistono) o in collegio

10 - Le difficoltà economiche e la povertà con le loro conseguenze nella vita
     quotidiana: la perdita di abitudini, non avere il riscaldamento, non nutrirsi bene o
     abbastanza, non avere abiti adatti alle situazioni, non poter studiare o praticare uno sport


I TRAUMI SI POSSONO SUPERARE

In ogni situazione traumatica anche se può esserci una parte di non elaborabilità cioè d’impossibilità a dimenticare o a farsi una ragione “per sempre” di quello che è accaduto di vivere e soprattutto subire, questo non deve scoraggiare.

Questa difficoltà non può e non deve essere considerata un fallimento né per l'individuo né per lo psicoterapeuta o lo psicoanalista a cui si è rivolto per avere un aiuto.

La possibilità di elaborare un trauma in tempi brevi o comunque accettabili per l'individuo che lo ha subìto, dipende da molti fattori: l'entità del trauma, la presenza di traumi precedenti non affrontati o di cui non sia ha una memoria esplicita se avvenuti prima dei tre anni di vita ma che si sono sedimentati nelle emozioni e nel funzionamento inconscio, la personalità di base del soggetto e il funzionamento personale, relazionale e sociale della persona.

La qualità dei rapporti e delle relazioni umane precedenti e successive all’evento traumatico, il contesto familare e lavorativo, la rete amicale, avere buoni amici, generosi e sinceri, ha una grande rilevanza, e infine l’aver già fatto un’analisi o una psicoterapia può essere un discrimine importante.

I traumi sono elaborabili, ma almeno alcuni dei fattori sopra descritti è necessario che ci siano: famiglia, amici, rapporti umani buoni, fare un’analisi o una psicoterapia.


ATTENZIONE ALLA "RIATTIVAZIONE" DEL TRAUMA 

Perché il benessere duri è anche importante che non vi siano eventi che possano riattivare un'esperienza traumatica.

Ad esempio:
1 - Rincontrare il proprio carnefice anche dopo anni, 

2 - Essere esposti mediaticamente ad un evento ormai lontano

3 - Ricevere attacchi o minacce quando si sentiva, credeva o pensava di essere ormai “al 
      sicuro”, in una "zona sicura"”, fuori pericolo, finalmente in salvo e in pace.

Se però il trauma primario è stato elaborato, il malessere che le vicende reali possono provocare è minore e per periodi o momenti sempre più brevi.

Se invece l’evento è stato solo nascosto dentro di sé, rimosso o negato, dimenticato “a forza”, anche situazioni apparentemente lontane possono riattivare in qualunque momento la sofferenza, il dolore, provocato dal trauma, attraverso associazioni inconsce non riconosciute dalla persona.


COME SI CURANO

Le esperienze traumatiche richiedono molto spesso un trattamento psicoanalitico d’urgenzafocale, centrato sul problema
Talvolta, soprattutto se i disturbi permangono oltre i tre mesi o sono particolarmente intensi, può essere necessario associare un trattamento farmacologico per stabilizzare l'umore, combattere l’insonnia e l’ansia.

Gli incubi, i flash-backs (improvvisi pensieri intrusivi dell’esperienza traumatica anche di giorno) regrediscono con l’analisi poiché l’analisi permette di elaborare l'esperienza traumatica all’interno di una relazione umana e professionale (la relazione analitica), lavorando al tempo stesso sulle “emergenze” del momento (paura, ansia depressione, somatizzazioni).

La combinazione di entrambi i trattamenti, analitico e farmacologico, può essere necessaria per alcuni mesi o più a lungo. 
Può anche accadere di riprenderli entrambi o soltanto uno dei due, a periodi, in caso si presentassero di nuovo malesseri, disagio, ansia o depressione.


AVERE  "UNO SCOPO" NELLA VITA 

In queste situazioni è comunque necessario avere “uno scopo” che dia un senso alla propria esistenza anche nei momenti in cui le angosce dovessero tornare a galla.

Progetti che permettano di ancorarsi al presente e proiettarsi nel futuro.

Naturalmente ognuno avrà e troverà i propri, l’importante è che possano essere richiamati, che fungano da “àncora” nella realtà presente per evitare cadute dell’umore, ritorno della paura o l’attivazione di ansie persecutorie.

Avere uno scopo in senso psicoanalitico equivale anche a trovare un senso nel presente e nelle cose che si fanno quotidianamente.

Una sorta di "filo conduttore interno" che permette di agganciarsi alle esperienze positive preesistenti e crearne di nuove, consolidando ogni giorno le basi per andare avanti e migliorare, fino a raggiungere la serenità.


Adelia Lucattini



Articolo di Adelia Lucattini pubblicato su Blog Medici di MEDICITALIA (La Stampa) dal titolo
" Piccoli grandi traumi quotidiani: ecco come affrontarli”


Alberto Di Fabio - Works
"Giardini della mente 2011" 

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