Gli studiosi hanno individuato e descritto la presenza di neuroni “speciali”, che vengono attivati esclusivamente dai movimenti oculari e solo tra individui della stessa specie. E questa scoperta ha suscitato particolare interesse per gli studi sulle primissime relazioni madre-bambino.
Dopo i “neuroni-specchio” che permettono al bambino, attraverso il riconoscimento di sé stesso nell’altro come in uno specchio appunto, lo sviluppo del linguaggio e di alcuni comportamenti che si apprendono per “imitazione”, alcuni studiosi dell’Università dell’Arizona (Gothard, Mosher e Zimmerman) hanno individuato e descritto la presenza di altri neuroni “speciali”: i “neuroni-occhio”.
Questi neuroni sono stati individuati la prima volta nell’amigdala di alcuni primati, i mammiferi che in tutto regno animale sono più simili all'uomo (i tarsi, i lemuri, le scimmie). L'amigdala è una ghiandola del cervello che gestisce le emozioni e in particolar modo la paura.
I neuroni-occhio sono neuroni molto "evoluti" e che possono essere attivati solo ed esclusivamente dai movimenti degli occhi tra individui della stessa specie.
Soltanto una persona può attivare questi neuroni in un'altra persona, ma non potrà accadere incrociando lo sguardo del proprio amato gatto o affettuoso cagnolino.
Sono neuroni che permettono, col semplice e naturale incrociarsi degli sguardi di un neonato con la propria mamma e col papà, lo sviluppo affettivo, l'attaccamento, l'amore e la sopravvivenza.
L'occhi parla da solo, quando i neuroni si attivano per uno stimolo affettivo c'è la dilatazione della pupilla, chiamata "midriasi".
Nelle persone da bambini come da adulti, la dilatazione della pupilla è espressione di un’attivazione emotiva e affettiva importante, consapevole e inconscia.
In passato si riteneva che fosse espressione di paura, oggi è noto e la scienza lo ha dimostrato, che è anche un segno di felicità, di gioia, di emozione, di amore.
Già negli anni '50 gli psicoanalisti infantili avevano compreso che la comunicazione esplicita tra madre e bambino inizia fin dalla nascita.
Oggi neuro-psicobiologi si sono messi all’opera per studiare il funzionamento dei neuroni-occhio fornendo un supporto organico" a ciò che gli psicoanalisti avevano scoperto, studiato e applicato nella psicoanalisi madre-bambino.
Questi neuroni sono stati individuati la prima volta nell’amigdala di alcuni primati, i mammiferi che in tutto regno animale sono più simili all'uomo (i tarsi, i lemuri, le scimmie). L'amigdala è una ghiandola del cervello che gestisce le emozioni e in particolar modo la paura.
I neuroni-occhio sono neuroni molto "evoluti" e che possono essere attivati solo ed esclusivamente dai movimenti degli occhi tra individui della stessa specie.
Soltanto una persona può attivare questi neuroni in un'altra persona, ma non potrà accadere incrociando lo sguardo del proprio amato gatto o affettuoso cagnolino.
Sono neuroni che permettono, col semplice e naturale incrociarsi degli sguardi di un neonato con la propria mamma e col papà, lo sviluppo affettivo, l'attaccamento, l'amore e la sopravvivenza.
L'occhi parla da solo, quando i neuroni si attivano per uno stimolo affettivo c'è la dilatazione della pupilla, chiamata "midriasi".
Nelle persone da bambini come da adulti, la dilatazione della pupilla è espressione di un’attivazione emotiva e affettiva importante, consapevole e inconscia.
In passato si riteneva che fosse espressione di paura, oggi è noto e la scienza lo ha dimostrato, che è anche un segno di felicità, di gioia, di emozione, di amore.
Già negli anni '50 gli psicoanalisti infantili avevano compreso che la comunicazione esplicita tra madre e bambino inizia fin dalla nascita.
Oggi neuro-psicobiologi si sono messi all’opera per studiare il funzionamento dei neuroni-occhio fornendo un supporto organico" a ciò che gli psicoanalisti avevano scoperto, studiato e applicato nella psicoanalisi madre-bambino.
LO SGUARDO CHE "ACCENDE"
Quando si parla di amigdala, ci si riferisce ad una parte del cervello a forma di mandorla, da cui prende il nome, è allo stesso tempo il centro cerebrale delle emozioni e la sede dei neuroni-occhio, che si attivano quando gli sguardi s’incrociano.
Le immagini statiche, ferme, del viso, come in una fotografia o in un disegno, non sono in grado di attivare i “neuroni-occhio”, soltanto un occhio in movimento, anche in un video, un film o come le immagini dei dipinti antichi in cui il soggetto segue con lo sguardo l’osservatore. In questo modo “si accendono”, attraggono l’attenzione, suscitano un brivido o un’emozione.
Lo sguardo è fondamentale nella comunicazione umana, permette di cogliere e trasmettere sensazioni, intercettare intenzioni, intuire il carattere di chi abbiamo di fronte.
E non a caso i complimenti sugli occhi fanno sempre molto “colpo”, perché arrivano dritti al cuore di chi li riceve, suscitano emozioni profonde, attivando attenzione, curiosità e interesse verso chi li fa.
Le immagini statiche, ferme, del viso, come in una fotografia o in un disegno, non sono in grado di attivare i “neuroni-occhio”, soltanto un occhio in movimento, anche in un video, un film o come le immagini dei dipinti antichi in cui il soggetto segue con lo sguardo l’osservatore. In questo modo “si accendono”, attraggono l’attenzione, suscitano un brivido o un’emozione.
Lo sguardo è fondamentale nella comunicazione umana, permette di cogliere e trasmettere sensazioni, intercettare intenzioni, intuire il carattere di chi abbiamo di fronte.
E non a caso i complimenti sugli occhi fanno sempre molto “colpo”, perché arrivano dritti al cuore di chi li riceve, suscitano emozioni profonde, attivando attenzione, curiosità e interesse verso chi li fa.
Tipicamente le persone felici, emozionate, trepidanti, hanno la pupilla dilatata, più grande; quando questo accade, l’altro è percepito come più disponibile, interessato, ben disposto, più “bello”.
Poiché la pupilla si dilata anche al buio, gli studiosi del comportamento umano ipotizzano che anche per questo gli incontri romantici o le situazioni di relax siano più gradevoli se in penombra, di notte, al lume di candela. Naturalmente l’occhio e i suoi neuroni specifici, sono in grado di riconoscere e registrare in tempi rapidissimi anche reazioni ostili, antipatiche o aggressive, funzionando come un vero “sensore”, un radar che orienta o aiuta nei rapporti e nelle relazioni.
Poiché la pupilla si dilata anche al buio, gli studiosi del comportamento umano ipotizzano che anche per questo gli incontri romantici o le situazioni di relax siano più gradevoli se in penombra, di notte, al lume di candela. Naturalmente l’occhio e i suoi neuroni specifici, sono in grado di riconoscere e registrare in tempi rapidissimi anche reazioni ostili, antipatiche o aggressive, funzionando come un vero “sensore”, un radar che orienta o aiuta nei rapporti e nelle relazioni.
LATTE E SGUARDI PER CRESCERE BENE
Questa scoperta ha suscitato un particolare interesse negli psicoanalisti infantili che da sempre si occupano delle primissime relazioni madre-bambino e della loro importanza per la crescita sana dei bambini e il benessere delle mamme.
Fin dai primi giorni di vita i neonati comunicano con la mamma e il papà attraverso un continuo ed intenso scambio di sguardi e ammiccamenti, cercano gli occhi e lo sguardo dei genitori, fissano intensamente la mamma mentre vengono allattati.
I bambini nutriti a “latte e sguardi”, hanno la percezione di essere amati e ricambiano con altrettanti sguardi amorosi, rumororini, schiocchi e sorrisi la mamma.
L'amore passa anche attraverso la comunicazione visiva, crescono più sereni, più sicuri, più felici, saranno in grado di affrontare meglio le paure.
PARLARE GUARDANDOSI NEGLI OCCHI
Crescendo, il bambino continua ad avere bisogno di attenzioni e “chiede” di essere visto e guardato. Lo sguardo precede e accompagna le parole.
I bambini chiedono di essere riconosciuti attraverso gli occhi, con la mente dei genitori.
Per questo è importante guardare negli occhi i bambini fin dai primi giorni di vita, parlare loro con loro suoni, parole, nenie, canzoni e allo stesso tempo intrecciare gli sguardi, sorridere, ammiccare, fare “faccette” spiritose, trasmettendo anche così il proprio affetto e interesse per il bambino e solo per lui.
Un rapporto unico e speciale, che sarà la base per tutti i rapporti futuri.
Gli sguardi si possono incrociare solo in due, nel tu-per-tu, come un collante primordiale, affettivo e profondo, che lascia la sua buona traccia iscritta nel cuore e nella mente, per sempre e ovunque.
Fin dai primi giorni di vita i neonati comunicano con la mamma e il papà attraverso un continuo ed intenso scambio di sguardi e ammiccamenti, cercano gli occhi e lo sguardo dei genitori, fissano intensamente la mamma mentre vengono allattati.
I bambini nutriti a “latte e sguardi”, hanno la percezione di essere amati e ricambiano con altrettanti sguardi amorosi, rumororini, schiocchi e sorrisi la mamma.
L'amore passa anche attraverso la comunicazione visiva, crescono più sereni, più sicuri, più felici, saranno in grado di affrontare meglio le paure.
PARLARE GUARDANDOSI NEGLI OCCHI
Crescendo, il bambino continua ad avere bisogno di attenzioni e “chiede” di essere visto e guardato. Lo sguardo precede e accompagna le parole.
I bambini chiedono di essere riconosciuti attraverso gli occhi, con la mente dei genitori.
Per questo è importante guardare negli occhi i bambini fin dai primi giorni di vita, parlare loro con loro suoni, parole, nenie, canzoni e allo stesso tempo intrecciare gli sguardi, sorridere, ammiccare, fare “faccette” spiritose, trasmettendo anche così il proprio affetto e interesse per il bambino e solo per lui.
Un rapporto unico e speciale, che sarà la base per tutti i rapporti futuri.
Gli sguardi si possono incrociare solo in due, nel tu-per-tu, come un collante primordiale, affettivo e profondo, che lascia la sua buona traccia iscritta nel cuore e nella mente, per sempre e ovunque.
Adelia Lucattini
Articolo di Adelia Lucattini, Psichiatra psicoterapeuta e Psicoanalista pubblicato su
D-Repubblica.it - Benessere
SIPSIeS.ORG
Fonte Foto
State of Mind. La relazione madre bambino un microcosmo diadico
Immagine: ©-Svetlana
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