Che cos’è l’adolescenza di cui si sente parlare così spesso?
L’adolescenza
è un importante periodo nella vita degli individui che inizia intorno ai 12
anni e si conclude tra i 22 e i 24 anni. È un lungo periodo in cui avvengono
importanti trasformazioni fisiche, emotive, affettive e mentali, fondamentali
per poter vivere bene e in salute psicofisica anche l’età adulta. Al di là di
quello che si crede non è e non può essere il periodo “più” spensierato della
vita, né deve esserlo in modo “ideologico” poiché è un periodo di scoperte e di
formazione. È inoltre il momento della vita in cui si presenta la necessità di
fare il lutto dell’infanzia, per potersene separare anagraficamente e
recuperarla psichicamente.
Durante gli anni dell’adolescenza si verificano avvenimenti nuovi e per certi versi sconvolgenti nella vita dei ragazzi e delle ragazze: lo “scatto puberale” con la maturazione sessuale, l’inizio della vita sociale come scoperta e l’ingresso nel gruppo dei “pari” (i coetanei), la lenta conquista dell’autonomia psicologica dai genitori e dalla famiglia. Gli adolescenti hanno strumenti diversi rispetto agli adulti per rispondere e far fronte a situazioni stressanti, sia per ragioni biologiche che psicologiche".
Dal punto di vista biologico, tra i vari cambiamenti percepibili nel corpo, lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, dal punto di vista neurologico, si verifica il completamento della mielinizzazione delle fibre di collegamento fra due emisferi cerebrali. Da un punto di vista psicologico, i teenagers hanno una maggiore difficoltà a gestire le situazioni di stress perché la maturazione sessuale produce un aumento improvviso delle pulsioni e del livello emozionale anche su di una base ormonale che non si accompagna a uno sviluppo altrettanto rapido delle capacità di contenimento emotivo del cambiamento. Hanno quindi bisogno di tempo e di una guida per organizzare le nuove emozioni e utilizzarle fin da subito in modo ordinato e coerente.
Gli studi delle ricercatrici statunitensi ci dicono che vi è una correlazione tra la difficoltà degli adolescenti decisi, propositivi, assertivi, “driven” come usano dire gli anglofoni, e il sovraccarico che la loro mente, intesa come emozioni, impulsi, desideri, bisogni e pensieri. Questo insieme di “turbolenze” che in parte sono tipiche dell’adolescenza, in situazione di sovraccarico di fatica mentale ed emotivo posso generare del “blocchi” degli arresti, sia nella capacità di portare avanti i propri doveri sia di dedicarsi alle attività che danno soddisfazione e piacere ed infine anche nel frequentare gli amici o volersi svagare. Non sono “svogliati” come spesso si crede, si sono “spenti”
D’altro
canto, non bisogna pensare che si tratti di una malattia, è però un disagio che
ha alla base preoccupazione, timore e sofferenza che la mente “isola” per
permettere il funzionamento razionale, rimuovendola nella maggior parte dei
casi, dissociaciandola in altri casi. In questo secondo caso, la dissociazione
che è un meccanismo difensivo contro il dolore mentale, ha però maggiori
ripercussioni sul benessere personale poiché può aprire la strada a disturbi
depressi reattivi alla situazione contingente e quindi transitori, cioè possono
passare da soli, ma anche a comportamenti e reazioni incomprensibili per i
ragazzi stessi e per i loro genitori.
E dal punto di vista neuropsicologico e neuropsicoanalitico?
Ci
sono molti studi di psicoanalisi e neuroscienze, ove le neuroscienze attraverso
anche studi strumentali (RMN, PET., etc.) stanno dimostrando anche da un punto
di vista neuro-organico ciò che la psicoanalisi ha scoperto e teorizzato ormai
da più di cento anni a partire da Freud, suo fondatore, per poi proseguire con
la Klein, la Segal, la Bick, Bion, Abraham, Winnicott, Ferenczi e molti altri.
Benché ancora le neuroscienze siano quasi agli inizi, La collaborazione che
neuroscienziati e psicoanalisti sta portando anche i più scettici a constatare
con mano la scientificità delle teorie psicoanalitiche e l’efficacia della
psicoanalisi come cura, negli adulti ma anche nei bambini e negli adolescenti.
Esiste
uno stress specifico negli adolescenti dovuto alla pandemia da Covid-19?
Bisogna
stare attenti che la solitudine, la noia che è una delle prime espressioni
della depressione nei ragazzi, la frustrazione, l’insicurezza, la tristezza, la
rabbia non prendano mai il sopravvento, trascinando i ragazzi in un turbinio di
emozioni disorganizzate che li aggrediscono dall’interno. Questo complesso,
inaspettato, faticoso periodo è importante che sia ben gestito anche con
l’aiuto ei genitori, dei nonni, degli zii, degli amici di famiglia. Adulti che
possano ascoltare con pazienza, rispondere e spiegare se richiesto, proporre
qualcosa di bello da fare insieme. Agire dopo aver pensato, è necessario affinché
il disagio e il disorientamento non portino a malessere interiore che li faccia
soffrire, che peggiori ulteriormente la qualità della loro vita, fino a
comportamenti dannosi contro se stessi o contro gli altri.
Gli adolescenti sono pieni di forza fisica, vitalità psichica ed hanno incredibili risorse interiori, emotive e di pensiero, a cui attingere anche quando si ritrovano davanti ad avvenimenti oggettivamente gravi, è importante riconoscere loro queste qualità ed esortarli ad utilizzarle dicendo loro “tu intanto fai, se hai bisogno io ci sono”.
Quali possono essere delle “strategie” che i ragazzi possono utilizzare per stare meglio?
Adelia Lucattini
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L'Opinionista
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Essere
adolescenti in tempi di Covid-19 e di secondo lockdown: intervista ad Adelia
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