In questo secondo post
affrontiamo i problemi emotivi dei bambini celiaci e come aiutarli.
Le mamme i e papà hanno
un compito unico e insostituibile. Prima cosa succedere e poi alcuni consigli
per aiutare i bambini e i loro genitori nell’affrontare l’avventura della
celiachia.
BAMBINI
IPERATTIVI E CHE NON DORMONO MAI
Molti
studi collegano la celiachia con disagio psicologico e disturbi del comportamento e anche depressione nei bambini celiaci. Cerchiamo di capire perché.
I
disturbi intestinali continui, diarrea e stitichezza, insieme ai dolori anche
forti, reflusso gastro-esofageo, gonfiore con pelle dell’addome “tesa” e
flatulenze, creano un senso d’insicurezza, di paura, d’inadeguatezza e una sensazione
fisica e mentale di costante precarietà.
Spesso
le bambine e i bambini si sentono stanchi, sono poco resistenti, le forze
vengono meno rapidamente e può venire mal di testa. Tra i dolori e la paura due
sono i sintomi principali, di giorno iperattività, irritabilità (rispondono male),
nervosismo (piangono per nulla), rifiuto del cibo (perché hanno paura di stare
male) e di notte insonnia, per i dolori fisici, per la paura di sentirsi male quando
tutti dormono, paura che succeda qualcosa ai loro genitori a cui si aggrappano
e senza i quali si sentono “perduti”, come i bambini “sperduti” nell’ “Isola che non c’è” in Peter Pan.
LE
PAURE
I
bambini si fanno tante domande: “Perché sto sempre male? È colpa mia? Sono
stato cattivo? Sono malato? Sono handicappato?”. Questi pensieri sono
ricorrenti nei bambini sia prima di aver scoperto che la causa del loro
malessere è la farina che dopo quando devono iniziare la dieta necessaria per
stare bene e “guarire”.
Poiché
il dolore è “dentro la pancia” nei bambini equivale, proprio per il loro
funzionamento mentale, avere qualcosa “dentro” che non funziona, e come non
funziona nella pancia, non funziona nella mente. È dentro di sé che c’è
qualcosa che non va.
Da
questa associazione, da questo collegamento naturale e spontaneo che derivano l’insicurezza
e la depressione.
Inoltre,
la “ferita” nel corpo da parte di “cose buone”, il cibo che fa crescere, scaccia
la fame, nutre, consola e dà soddisfazione, fa sentire un senso di privazione,
di perdita, di delusione, di solitudine e quindi può arrivare la depressione.
I
bambini più non sano descrivere i loro sentimenti e non riescono a dare un nome
a quello che sentono, e alle cose che non hanno un nome, è difficile dare un
significato e un senso.
COME
AIUTA LO PSICOANALISTA
Per
chi si chiede come funziona la “psicoanalisi nei bambini e degli adolescenti”,
possiamo dire aiuta a chiarire, spiegare, far sentire capiti nel profondo anche
nelle cose che “non hanno spiegazione”, trovare quella spiegazione insieme,
quindi dare un nome, un significato e un senso.
Quando
le cose hanno un senso vero, allora sono sopportabili, accettabili e ci si può
convivere. L’analista può aiutare ad essere più forti nel mantenersi a dieta,
nel non spaventarsi per un mal di pancia imparando che passa e a distinguere
che tipo di mal di pancia è, se per esempio è un virus stagionale o una bibita troppo
fredda d’estate e non cibo “contaminato” o altro.
L’altro
aspetto è che l’analisi permette di vedere l’“essenziale invisibile agli occhi”.
Ad
esempio, se parliamo della tanto temuta “contaminazione” che questa non è imprevedibile,
misteriosa, pericolosa che può aggredire alle spalle, ma è dovuta ad un
semplice fatto che la farina “vola” perché leggera e invisibile a occhio nudo.
Se
il bambino o adolescente si vergogna, piano piano si rende conto che la malattia
non è una colpa che “le malattie vengono” ma l’importante è che ci sia una
cura, una soluzione.
Certo
è vero che hanno una vita di sacrifici e privazioni, ma che alla fine possono diventare
un’abitudine, qualcosa che accompagna, una “caratteristica”, come avere i
capelli e gli occhi di un certo colore, etc.
L’altro
aspetto, non di poco conto, è che non devono spiegazioni a nessuno, quando si è
tranquilli con sé stessi, si è tranquilli con tutto il resto del mondo.
LA
DIETA DIVENTA UNA NORMALE “ABITUDINE”
Quando
sono piccolissimi la mamma e il papà li aiutano, ma poi, quando iniziano la
scuola, devono fare da soli e allora cominciano i veri problemi.
Questo
improvviso bisogno di controllare tutto da soli e si spaventano.
Se
la scoperta della celiachia avviene quando sono più grandicelli e accade
spesso, anche se da principio iniziare la dieta sul momento li solleva perché
finalmente sanno che non è colpa loro e da “dove” viene il loro malessere, però
poi, appena passati i dolori, s’illudono di essere guariti e non vogliono più
mangiare “tutte quelle cose cattive”, “non vogliono essere diversi dai compagni
e dagli amici”, si vergognano e si sentono diversi e spesso “cattivi”, insomma,
il mondo crolla loro addosso.
Cominciano
a pensare che non c’è niente “che possono mangiare”, che “non saranno mai
capaci di fare una dieta senza glutine”, che il “pericolo” è dappertutto e per
estensione che non c’è niente “di normale” nella loro vita.
Un
altro problema è il bisogno, a volte l’imperativo, di non sbagliare e la paura
della “contaminazione” che li rende molto ansiosi, preoccupati e spesso
scattano delle “fobie” anche molto importanti.
Gli
amichetti da piccoli e gli amici nell’adolescenza, si accorgono della loro
celiachia dalle fobie e forti e improvvise crisi d’ansia quando si trovano a
mangiare fuori casa, con agitazione, pianto, scatti, arrabbiature immotivate,
più che dalle merendine senza glutine che ormai si vedono dappertutto, dai supermercati
ai bar.
MAMMA
E PAPÀ: LA CHIAVE DEL SUCCESSO
Se
non sono loro stessi celiaci, hanno bisogno di capire, accettare e “addestrarsi”
proprio come i loro figli, insieme a loro passo passo.
All’inizio
sarà difficile, ma abituati a ben altri sacrifici da genitori, la dieta senza
glutine, non sarà insormontabile né difficile da imparare!
Inoltre,
i miglioramenti dei figli dal punto di vista fisico e del comportamento, rassicurano,
danno fiducia e incoraggiano ad andare avanti.
I
genitori hanno bisogno di poco per ritrovare le forze, basta che i loro figli
stiano subito un po’ meglio per rinforzare la tenacia e accompagnarli con
costanza nel percorso che li porterà col tempo a stare bene, e i genitori a
star sempre meglio in questa nuova condizione.
Nuova
anche per i genitori celiaci che non avranno problemi rispetto alla dieta e ai
cibi, ma hanno spesso sensi di colpa, dispiacere, sofferenze che non dicono,
per “aver trasmesso” la celiachia.
È
una reazione inconscia, naturale, chi non vuole “il meglio” per i propri figli?
Quale genitore non vuole risparmiare fatiche, disagi, sacrifici costanti, dolori fisici ai propri figli? Ma questo non è possibile. È invece possibile saperlo,
esserne coscienti per far sì che ogni angoscia segreta, si sciolga e lasci il
posto alla possibilità di essere felici e sta bene “comunque”. L’accettazione
attiva che non lascia spazio alla demoralizzazione e alla depressione ma che fa
reagire difronte alle difficoltà combattendole.
ALCUNI
CONSIGLI PRATICI
1 1 -
LA
DISPENSA SEMPRE PIENA
Qui
il problema delle mamme che non sanno come aiutare i loro bambini a stare
meglio alle prese con le festicciole, che devono lasciare i loro bambini a
scuola un’intera giornata mente sono al lavoro o a casa, con i loro figli e le
loro figlie che spesso dicono che non riusciranno mai più ad uscire con gli amichetti
o a mangiare qualcosa fuori casa.
Il
dolore dei figli non è sopportabile per i genitori, tanto meno il dolore mentale,
il dispiacere.
È
duro affrontare la depressione del proprio bambino e figlio adolescente, ma con
il supporto di amici e di specialisti preparati, ogni problema può essere
affrontato, è possibile trovare la forza e anche risolvere disagi e affrontare
problemi che prima sembravano anche sono impossibili da pensare.
Ma
è possibile superare le difficoltà quotidiane con una buona organizzazione e la dispensa sempre piena!
2 2 -
PARLARE
E CUCINARE GIOCANDO INSIEME
È
importante che i genitori parlino con i loro figli sempre, piccoli o grandi che
siano. Aiuta tanto sapere che tantissimi bambini e ragazzi convivono con la
celiachia, soprattutto in Italia che è il secondo paese al mondo per numero di
celiaci, che è una questione genetica e non ne ha colpa nessuno.
Però
oggi ci sono tanti buoni prodotti e che anche fuori è possibile trovare
pizzerie e locali e ristornati, gelaterie e pasticcerie dove prendere
prelibatezze senza glutine!
Non
consola, certo, ma aiuta a capire.
A
casa poi è importante mostrare come la mamma e il papà fanno la spesa, come scegliere
i migliori prodotti “gluten free” e a casa cucinare insieme buone cose senza glutine e qualche volta andare a mangiare fuori casa dicendo e come dire ai
camerieri, farsi aiutare da loro a scegliere, i piatti migliori senza glutine o
farseli cucinare appositamente, proprio per sé, dei piatti “speciali”, per
bambini “speciali”. Col tempo diverrà una cosa normale.
Adelia Lucattini
Ambiente Bio