Passa ai contenuti principali

ABBASSO I CONFLITTI! MAMME PIÙ SERENE, BIMBI PIÙ FELICI! (2-5 ANNI)

                            

                            


Esiste un momento in cui ci si rende conto che allentare la presa può essere una strategia per migliorare le cose. Molte delle frizioni della quotidianità, infatti, avvengono nelle cosiddette “aree di compromesso” dei rapporti familiari e con i figli.
Proviamo a capire come gestire la nostra presenza con i figli con la finalità di allentando le tensioni diminuendo così i conflitti.


QUANDO I BAMBINI HANNO TRA 2 E 5 ANNI

1 - Attenzione ai bisogni ai loro bisogni senza ansie

Non aspettare che tuo figlio dia segni di grande insofferenza, perché ha fame o ha sonno: sii pronta per soddisfare le sue necessità di base. Questo ti aiuterà ad avere un bambino più sereno e tranquillo. 

Attenzione, però, ad anticipare ripetutamente i bisogni dei più piccoli perché potrebbe essere controproducente, infatti limita e sopprime nel bambino la percezione del proprio bisogno, con il rischio di scambiarlo con il bisogno della madre.
L’importante, insomma, è permettere al bambino di sentire i richiami del proprio corpo e della propria psiche ed “essere pronti” a rispondere alla richiesta. 

Quello che fa la differenza è il “giusto ritmo” nel rapporto madre-bambino. Come nella musica, le note non hanno senso senza le pause. E dunque, senza il silenzio, non ci sarebbe l’armonia, la stessa che sorregge la crescita del bambino, della sua mamma e della “diade” madre-bambino.

Esiste un momento in cui ci si rende conto che allentare la cima può essere una strategia per migliorare le cose. 
Molte delle frizioni della quotidianità, infatti, avvengono nelle “aree di
compromesso” di un rapporto. 

2 - Parlare del problema che ci irrita

Se tuo figlio è nervoso o piange sconsolato, cerca di capire quale sia veramente il problema e aiutalo a dare voce alla sua preoccupazione. 
Parlare con i bambini è fondamentale per una crescita sana. 
Davanti al pianto, la strategia migliore è chiedere: 
“Che cosa c’è?” con tenerezza e premura, magari aggiungendo un “amore” o “tesoro” (che sono molto rassicuranti per i bambini).

Inoltre, cercate di controllare e gestire la vostra preoccupazione, ansia o rabbia, ma anche fare delle ipotesi può aiutare, tipo: 
“Lo sai che quando i bambini sono arrabbiati, qualche volta è perché sono tristi?”. 
A questo modo, si mostra attenzione per il pianto del bambino e, al tempo stesso, si
introduce un nome per la sensazione che il bambino sta provando, ma che non sa definire.

3 - Prendersi cura dei suoi bisogni

Sonno, fame e sete impattano sulla nostra capacità di resistere e rispondere allo stress. Ogni madre ha la necessità, ma anche il “dovere” di prendersi cura di sé e dei suoi bisogni, perché chi non riesce a prendersi cura di sé, difficilmente potrà prendersi cura efficacemente dell’altro

Lo stesso suggerimento si applica anche per tutto ciò che nutre a livello spirituale: passioni, hobbies, sport e letture sono la sorgente della forza interiore, emotiva, affettiva e psichica. 
A queste non bisogna mai rinunciare, perché tengono in vita la mente e lo spirito e danno la forza di andare avanti. 

Ogni mamma, infatti, dovrebbe coltivarle anche a prezzo di qualche senso di colpa o di dover sopportare la separazione dal proprio figlio.

4 - Quando è il momento di farsi da pare o uscire di scena?

Quando la tensione sale e le parole sono armi spuntate, invece di mettere tuo figlio nell’ angolo, trova il modo di toglierti per qualche minuto dalla situazione problematica, andando in un’altra stanza per rasserenare la mente. 
La “strange situation” può avere una sua efficacia, purché duri pochi secondi nel caso di bambini piccoli e, al massimo, uno o due minuti.

Per quanto insolito, infatti, il consiglio ha i sui vantaggi: 
Aiuta la mamma a riprendere fiato, a raccogliere le idee, a ritrovare un po’ di forze, a immaginare una strategia più efficace della precedente e a creare una domanda nel bambino: “Che sta succedendo?”. 

Domanda a cui la mamma, rientrata in scena, saprà rispondere con minor agitazione, più lucidità, più tranquillità, disponibile a parlare e giocare col proprio bambino.


Adelia Lucattini



Articolo della giornalista Stefania Medetti:
"10 idee salvaserenità: come evitare i conflitti con i figli".  Pubblicato su:
D-Repubblica.it - Lifestyle








Post popolari in questo blog

FAMIGLIA. CELIACHIA: DISTURBI NEUROLOGICI E ASPETTI PSICOLOGICI

Celiachia e disturbi psicologici: quale correlazione c’è tra malattia celiaca, le più comuni manifestazioni psicologiche e possibili patologie neurologiche? Le maggiori correlazioni sono con i disturbi di natura psicologica. Esistono però numerosi studi sulla correlazione anche con alcuni disturbi neurologici in persone allergiche al glutine che non sanno di essere celiaci o intolleranti oppure che non rispettano la dieta senza glutine Sappiamo che il disturbo neurologico più severo causato dal Glutine, è l’Atassia Cerebellare: cosa può dirci a riguardo?   L’atassia cerebellare da glutine è stata ipotizzata e studiata a partire da un’analisi delle “atassie di origine sconosciuta o idiopatiche”. Attualmente è considerata una malattia autoimmune, in cui gli anticorpi prodotti da individui sensibili al glutine, anticorpi specifici contro il glutine, possano attaccare il cervelletto e nel tempo provocare una distruzione dei neuroni su base infiammatoria e provocare l’atassia. Il te...

MAMMA E BAMBINO. I BENEFICI DELLA MUSICOTERAPIA IN GRAVIDANZA

Sappiamo che la musicoterapia presenta svariati ambiti e che può essere applicata anche in gravidanza, dove si ha la possibilità di “creare una relazione mamma – feto” che va a lavorare molto sulla memoria sonora- musicale e dunque “affettiva” anche subito dopo la nascita. come si sviluppa in particolare questo momento? La musica svolge un ruolo molto importante nello sviluppo del bambino, influenzando una buona crescita sia da un punto di vista psicologico, che fisico, poiché nei primi anni di vita, corpo e mente sono strettamente uniti. È noto che la musica favorisce la maturazione della capacità di pensare e la soggettivazione: cioè il diventare persone con una propria identità. Lo psicoanalista Didier Anzieu ha evidenziato il ruolo fondante della musica, delle canzoni e delle parole, che costituiscono un “involucro sonoro” che avvolge la madre e il bambino, creando un primo confine fra sé e non-sé. Anzieu ha definito questa dimensione intima, “la prima forma di struttura ps...

COMPRENDERE I COMPORTAMENTI, INTENDERE I SEGNALI E COME PARLARE CON I FIGLI ADOLESCENTI

Le domande da porre e i comportamenti da osservare: due professionisti che i ragazzi li conoscono bene si interrogano sui segnali che i genitori dovrebbero imparare a cogliere. Che i genitori lo vogliano o meno, tutti i figli diventano adolescenti. “È la natura: i cambiamenti sono inevitabili perché legati allo scatto puberale, è una questione ormonale”, spiega Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista con studio a Roma. “Certo non è facile abituarsi al cambiamento ed è normale che generi un terremoto emotivo in madri e padri. La grande sfida è riuscire a controllare la trasformazione più comune alla paura, cioè la rabbia. Oppure il suo opposto, la paralisi mentale”. Ma se è vero che si tratta di un passaggio fisiologico, resta che i ragazzi si trovano ad affrontare una zona grigia in cui possono sorgere dei disturbi veri e propri, da qui la domanda: esistono dei campanelli di allarme che anticipano eventuali disagi? Insomma, i genitori possono armarsi di un decoder capace di captar...