Passa ai contenuti principali

BAMBINI E SMARTPHONE. QUAL È L'ETÀ GIUSTA PER UTILIZZARE I DEVICE?

Sempre più spesso i genitori si domandano e chiedono agli specialisti quale sia l'età giusta per permettere ai propri bambini di usare il telefonoino e i dispositivi elettronici, e poi quando sia il momento migliore per regalarne uno tutto pe loro.
La questione è complessa ma può e "deve" essere affrontata.



PER I BAMBINI È SOLO UN GIOCATTOLO LUMINOSO, COLORATO, IN MOVIMENTO

Per i bambini di oggi, "nativi digitali" qualunque "device" (dispisitivo elettronico) è un gioco come un altro.
Non distribuiscono loro nessun significato particolare, dapprima ne sono attratti e incuriositi perché li usano i genitori, poi perché sono luminosi, colorati e con figure in movimento.


I BAMBINI SONO DEGLI "ESPLORATORI"

Poiché i bambini "esplorano" la realtà, li maneggiano procedendo per "tentativi ed errori". Poiché i bambini sono "competenti" fin da piccoli e i "device" sono semplici da usare, memorizzano rapidamente i passaggi necessari per raggiungere i contenuti che li interessano, soprattutto fotografie dei genitori, video che li ritraggono e di cui possono anche ascoltare gli audio, giochi semplici scaricati come App per loro, ma non solo.
Inoltre hanno una facilità nell'utilizzo poiché hanno le dita piccole e "umide", sovente un po' "appiccicose", come ben sanno genitori e nonni!


I GENITORI SCELGONO 

I genitori possono e devono più di chiunque altro saper scegliere, anche consigliati, da un esperto, un analista infantile, quando sia il momento giusto per permettere al proprio figlio di utilizzare il telefonino, pensando sempre che i bambini amano essere guidati e giocare insieme alla propria mamma o al proprio papà o con entrambi.


OGNI GIOCO HA LA SUA ETÀ

Ogni giocattolo ed ogni gioco ha una sua età, dai pupazzi, alle costruzioni, al pongo, alle automobiline, alle bambole, ai trenini che è indicata ben in vista sulla confezione.

Nessuno darebbe il pongo ad un bambino di in anno o un aeroplanino telecomandato ad un bambino di tre.
Come nessuno darebbe un cubo di pezza ad un bambino di 10 anni.


E I DISPOSITIVI ELETTRONICI?

Sui dispositivi elettronici, pensati per gli adulti non è indicata nessuna età minima di utilizzo.
Questo è un aspetto un po' paradossale se si pensa che invece sui giochi elettronici, l'età è indicata.

La mancanza di indicazione fa presupporre che esistano dispositivi diversi per giochi diversi ed età diverse, ma in realtà non è così.
Per cui, anche un gioco con età indicata, installato in un dispositivo multifunzione come un telefonino, non protegge i bambini da un uso improprio o pericoloso, ad esempio l'accesso a internet ed al web.

Tutti i dispositivi elettronici dovrebbero avere l'età minima di utilizzo stampata in bella vista sulla confezione, come i videogiochi.
Presupponendo che siano "attrezzi" da adulti, ancora non viene indicato, ci auguriamo che questo avvenga presto. 


I CINQUE SENSI NELLO SVILUPPO DEI BAMBINI

Poiché i bambini sono attratti dalla luce, dai colori e dagli oggetti in movimento, quando vedono o viene mostrato loro un dispositivo elettronico acceso,  lo fissano, sia esso uno smartphone o tablet, tanto più che possono anche toccarlo e manipolarlo come fanno con i loro giocattoli abituali.

I bambini esplorano la realtà con tutti e cinque i sensi, per questo oggetti che stimolino prevalentemente uno, la vista, o l'uso solo di due dita , pollice e indice, non sono indicati da soli o come giochi prevalenti, per una buona crescita ed uno sviluppo armonioso. 


SAPERLI USARE NON SIGNIFICA CHE FACCIANO BENE 

Il fatto che i bambini riescano ad usare smartphone o tablet anche con abilità non solo non non significa che siano indicati o non siano nocivi e non sono neanche un indice o indizio d'intelligenza "particolare" nel bambino.

Questa impressione nasce nei genitori dalla loro difficoltà ad imparare ad usarli o dalla fatica che hanno dovuto fare o dal tempo che hanno dovuto dedicare.


IL "LAVORO" DEI BAMBINI È GIOCARE

I bambini ragionano in modo intuitivo ed hanno molto tempo.
Inoltre l'unico interesse e scopo dei bambini è giocare, è nella loro natura e nella loro modalità di sviluppo.

Per questo è importante scegliere i giochi e i giocattoli giusti.


ALLORA COME REGOLARSI?

I bambini sono attratti dalle cose che lucciccano, non per questo vengono lasciati soli a maneggiare posate o coltelli.

I bambini amano giocare con l'acqua, non per questo li si lascia giocare in cucina con le pentole in ebollizione.

I dispositivi elettronici non sono "neutri" e devono essere gestiti dagli adulti e mediati da loro per i propri bambini e come adulti, in generale per i bambini anche non propri se ne ravvedono un uso improprio o un cattivo uso.

Alcune "regole" di base che anche i bambini devono apprendere:

1- Non si usano mai da soli ma sempre con un adulto.
Questo per non compromettere le capacità relazionali ed evitare l'isolamento emotivo e cognitivo, che può compromettere lo sviluppo completo dell'intelligenza nel suo insieme di facoltà mentali complesse.

2- Non prima dei 4 anni.
Prima i bambini devono giocare con giocattoli tradizionalie fare giochi che sviluppino la motricitá fine, la coordinazione motoria, le capacità attentive spontanee, la musicalità, il linguaggio, etc.

3- Mai la sera.
Eccitano e provocano disturbi del sonno.

4- Poco tempo.
L'uso complessivo tra TV e dispositivi elettronici non deve superare le 2 ore al giorno, considerando che il raggiungimento delle due ore deve essere progressivo, dalla mezz'ora a 4 anni, alle 2 ore fino a 10 anni.

Il tempo dedicato è importante perché non deve e non può essere sottratto al gioco con gli amici, allo sport, ai giardinetti, al cortile, ai compiti, alla lettura, alla musica, alle attività teatrali e a tutte le cose che i bsmbini possono fare, compreso una passeggiata con mamma e/o papà, giocare con il proprio gatto o cane, prendersi cura del criceto o della tartaruga.

5- Mai traffico dati
In questo modo l'accesso ad internet può avvenire semote con il controllo dei genitori o di un adulto avendo necessita di WiFi per l'accesso ad internet.


QUANDO REGALARNE UNO TUTTO PROPRIO AI PROPRI FIGLI

E importante distinguere l'uso e la necessità.
Può essere utile per "motivi di sicurezza" qualora il bambino si trovasse nell'emerfenza reale di contattare i genitori, ma questo difficilmente accade prima degli 11 anni.

La scuola primaria (le elementari) è "avvolgente" rispetto alla vita del bambino ed ha insrgnati, operatori ed un'organizzazione, compresi gli orari di apertura, che le permette di essere "attrezzata" per affrontare emergenze solitamente di ogni tipo.


CAPITOLO A PARTE LA DISABILITÀ

I bambini con disabilità possono giovarsi dopo i due anni di età, dell'uso "terapeutico" dei dispositivi elettronici, su precisa e specifica indicazione degli specialisti (neuropsichiatri e psicoanalisti infantili) che li seguono insieme a loroi genitori.
Ma questo capitolo merita di essere trattato in modo più ampio e specifico. 

Adelia Lucattini


SIPSIeS.ORG

Fonte Foto


Post popolari in questo blog

FAMIGLIA. CELIACHIA: DISTURBI NEUROLOGICI E ASPETTI PSICOLOGICI

Celiachia e disturbi psicologici: quale correlazione c’è tra malattia celiaca, le più comuni manifestazioni psicologiche e possibili patologie neurologiche? Le maggiori correlazioni sono con i disturbi di natura psicologica. Esistono però numerosi studi sulla correlazione anche con alcuni disturbi neurologici in persone allergiche al glutine che non sanno di essere celiaci o intolleranti oppure che non rispettano la dieta senza glutine Sappiamo che il disturbo neurologico più severo causato dal Glutine, è l’Atassia Cerebellare: cosa può dirci a riguardo?   L’atassia cerebellare da glutine è stata ipotizzata e studiata a partire da un’analisi delle “atassie di origine sconosciuta o idiopatiche”. Attualmente è considerata una malattia autoimmune, in cui gli anticorpi prodotti da individui sensibili al glutine, anticorpi specifici contro il glutine, possano attaccare il cervelletto e nel tempo provocare una distruzione dei neuroni su base infiammatoria e provocare l’atassia. Il termin

COMPRENDERE I COMPORTAMENTI, INTENDERE I SEGNALI E COME PARLARE CON I FIGLI ADOLESCENTI

Le domande da porre e i comportamenti da osservare: due professionisti che i ragazzi li conoscono bene si interrogano sui segnali che i genitori dovrebbero imparare a cogliere. Che i genitori lo vogliano o meno, tutti i figli diventano adolescenti. “È la natura: i cambiamenti sono inevitabili perché legati allo scatto puberale, è una questione ormonale”, spiega Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista con studio a Roma. “Certo non è facile abituarsi al cambiamento ed è normale che generi un terremoto emotivo in madri e padri. La grande sfida è riuscire a controllare la trasformazione più comune alla paura, cioè la rabbia. Oppure il suo opposto, la paralisi mentale”. Ma se è vero che si tratta di un passaggio fisiologico, resta che i ragazzi si trovano ad affrontare una zona grigia in cui possono sorgere dei disturbi veri e propri, da qui la domanda: esistono dei campanelli di allarme che anticipano eventuali disagi? Insomma, i genitori possono armarsi di un decoder capace di captar

MAMMA E BAMBINO. I BENEFICI DELLA MUSICOTERAPIA IN GRAVIDANZA

Sappiamo che la musicoterapia presenta svariati ambiti e che può essere applicata anche in gravidanza, dove si ha la possibilità di “creare una relazione mamma – feto” che va a lavorare molto sulla memoria sonora- musicale e dunque “affettiva” anche subito dopo la nascita. come si sviluppa in particolare questo momento? La musica svolge un ruolo molto importante nello sviluppo del bambino, influenzando una buona crescita sia da un punto di vista psicologico, che fisico, poiché nei primi anni di vita, corpo e mente sono strettamente uniti. È noto che la musica favorisce la maturazione della capacità di pensare e la soggettivazione: cioè il diventare persone con una propria identità. Lo psicoanalista Didier Anzieu ha evidenziato il ruolo fondante della musica, delle canzoni e delle parole, che costituiscono un “involucro sonoro” che avvolge la madre e il bambino, creando un primo confine fra sé e non-sé. Anzieu ha definito questa dimensione intima, “la prima forma di struttura ps