Il Training Autogeno è un metodo di rilassamento semplice, rapida, facilmente accessibile al paziente di ogni età.
UNA TECNICA CONSOLIDATA
Ideato anni '30 dal
neurologo e psichiatra tedesco J. H Schulz, basato su esercizi che permettono
di raggiungere una condizione di rilassamento muscolare, emotivo e psicologico attraverso la "concentrazione passiva" e l'utilizzo di formule
precise di auto suggestione. La parola training significa allenamento, si
tratta infatti di ripetere con molta costanza, ed autodisciplina, per alcuni
minuti al giorno una serie di gesti esercizi che vengono inizialmente insegnati
da un professionista esperto nella tecnica, allo scopo di raggiungere un
rilassamento autoindotto, da qui la definizione di autogeno.
DOVE E QUANDO SI PRATICA
In genere si
pratica stando distesi, su un divano, una poltrona, ma da alcuni atleti
professionisti lo praticano direttamente sul campo di gioco o in palestra, ad esempio in pausa tra set e un altro si coprono la testa con un
telo per potersi isolare qualche minuto e praticarlo.
Abitualmente, soprattutto nella fase di apprendimento è
consigliato un ambiente tranquillo, possibilmente nella semioscurità o con luce tenue e rilassante.
Gli indumenti devono essere morbidi, non stringere altrimenti possono creare un disagio che non permette di rilassarsi e concentrarsi. Insomma bisogna sentirsi comodi.
COME SI SVOLGONO GLI ESERCIZI
Gli esercizi di training
autogeno si dividono in fondamentali caratterizzati da auto-induzione di calma,
sensazione progressiva di peso e di calore a braccia e gambe, con i quali
già si raggiunge un buon rilassamento.
Ci sono poi gli esercizi complementari,
che inducono un rilassamento ancora più profondo sono gli esercizi che riguardano il cuore, la respirazione e la fronte fresca, che vengono appresi in un secondo
momento.
Una volta completato l'apprendimento la sua pratica è
piuttosto semplice, si basa su pochi minuti del proprio tempo per ottenere uno
stato di rilassamento completo, comunque pari a quello desiderato.
LA COSTANZA PREMIA
La ripetizione quotidiana degli esercizi è il fattore determinante nel periodo iniziale.
Per un buon apprendimento del treno autogeno e nella pratica da effettuare seguendo le direttive indicate dallo specialista secondo la tecnica di Schulz.
Per un buon apprendimento del treno autogeno e nella pratica da effettuare seguendo le direttive indicate dallo specialista secondo la tecnica di Schulz.
Un buon apprendimento perché sia duraturo richiede mediamente sei mesi.
FATTORI FISICI SU CUI CUI SI BASA LA TECNICA
I fattori principali sono:
1- Il progressivo rilassamento
muscolare in cui la persona si apprende la decontrazione muscolare volontaria
con una presa di coscienza sia dello stato di contrazione del proprio muscolo
che della sua distensione.
2- Una maggiore sensibilità alla propriocezione ovvero alla percezione del proprio corpo.
3- Il controllo della respirazione.
LE BASI SCIENTIFICHE
La base scientifica è data dal presupposto che la
respirazione e la tensione muscolare siano direttamente collegate, è noto
infatti che uno stato di tensione emotiva o mentale tende ad alterare il ritmo
e la profondità del respiro, con conseguente diminuzione dell'ossigenazione del sangue e di conseguenza anche dell'apparato muscolare.
La respirazione diaframmatica profonda ovvero addominale è un ottimo metodo per favorire l'ossigenazione e il rilassamento.
Questo tipo di respirazione, è un metodo di rilassamento naturale, ampiamente
utilizzato anche dai cantanti e dai musicisti.
I bambini piccoli respirano naturalmente in questo modo ma con il passare degli anni e soprattutto nelle donne, probabilmente in relazione alla gravidanza, la respirazione tende a diventare di tipo toracico, più superficiale.
I bambini piccoli respirano naturalmente in questo modo ma con il passare degli anni e soprattutto nelle donne, probabilmente in relazione alla gravidanza, la respirazione tende a diventare di tipo toracico, più superficiale.
GLI AMBITI DI APPLICAZIONE
Oltre che in tutta la medicina psicosomatica, il trainng autogeno è impiegato nella medicina dello sport per il miglioramento della preparazione mentale degli atleti e anche per il trattamento dell'insonnia.
È particolarmente efficace nei pre- adolescenti e negli adolescenti in cui il trattamento farmacologico non è sempre indicato, fatta eccezione per fitofarmaci, farmaci biologici, integratori, omeopatia e melatonina.
La tecnica trova la sua principale applicazione nell'ambito delle somatizzazioni (disturbi organici che abbiano un'origine prevalentemente mentale) e nei disturbi d'ansia.
Con una costante e metodiche esercitazione è possibile giungere al potenziamento delle porte capacità mentali, agendo a livello del subconscio. .
Ciò permette l'induzione un' autodistensione
mentale a partire dal corpo.
La mente, in stato di relax, libera dall'ansia, è in grado di smorzare, risolvere, eliminare i sintomi disturbanti quali dolori muscolari, stati di tensione psicofisica, disturbi del sonno, disturbi funzionali dell'apparato gastroenterico ed altri
Con una costante e metodiche esercitazione è possibile giungere al potenziamento delle porte capacità mentali, agendo a livello del subconscio. .
Ciò permette l'induzione un' autodistensione
mentale a partire dal corpo.
La mente, in stato di relax, libera dall'ansia, è in grado di smorzare, risolvere, eliminare i sintomi disturbanti quali dolori muscolari, stati di tensione psicofisica, disturbi del sonno, disturbi funzionali dell'apparato gastroenterico ed altri
MOBILIZZARE LE ATTITUDINI PERSONALI
Attraverso il training autogeno è possibile mobilizzare quelle attitudini interiori che non riescono a realizzarsi spontaneamente attenuando in modo controllato e in sicurezza, resistenze disfunzionali che impediscono il ristabilirsi di equilibri funzionali armonici.
Il training autogeno, come tecnica di rilassamento può essere praticato parallelamente ad una psicoterapia analitica o un'analisi, che permettono di lavorare sul proprio Io, di conoscere la propria mente affrontando i problemi alla loro origine.
Se ben gestito, il trainig autogeno può essere una buona "tecnica decondizionante" rispetto situazioni disfunzionali che abbiano assunto la forma del "riflesso condizionato", dell'automatismo, anche se presenti da tempo.
IN COSA CONSISTE LA TECNICA
Dal punto di vista tecnico si tratta di esercizi semplici attraverso i quali è possibile agire sulla circolazione sanguigna e sul respiro.
Lo specialista insegna la sequenza di esercizi al paziente in un numero prefissato di incontri, di solito 10, a cadenza settimanale tempo e già stabilizzate.
Questo permette di realizzare dei successi terapeutici e comprovati da anni di esperienza clinica, agendo sul punto di contatto tra mente e corpo a partire da quest'ultimo.
È una tecnica efficace e non invasiva da consigliare a tutti coloro che intendono aiutarsi affrontando in modo "naturale" i propri disturbi o anche potenziare le proprie capacità fisiche e mentali bloccate o rallentati da ansia e somatizzazioni.
Un utilizzo ulteriore è dato dal trovare la concentrazione in breve tempo quando sia necessaria una prestazione sportiva, lavorativa, scolastica che potrebbero essere influenzate negativamente da ansia da prestazione o stress situazionale.
LE CONTROINDICAZIONI
Unica indicazione assoluta è di sottoporvi sì sempre con la guida di uno specialista e dietro indicazione specifica per il disturbo presentato poiché esistono dei disturbi di personalità e alcuni disturbi dell'umore potrebbero essere una controindicazione poiché la rimozione del controllo razionale, potrebbe favorire lo scatenamento di una crisi o lo scivolamento in un disturbo.
Adelia Lucattini
Articolo di Adelia Lucattini Su QUI-ITALIA.IT