Sono i problemi sottostanti che possono rendere alcuni giovani
particolarmente vulnerabili a ciò che trovano sui social media, non semplicemente i Social Media in sé per sè
Negli ultimi anni da più parti sono state manifestate nella stampa e nelle riviste scientifiche molte preoccupazioni
per gli adolescenti e il loro utilizzo continuo dei "social media", molti studi e inchieste sollevavano interrogativi sugli effetti dei social sulla salute mentale degli adolescenti e sulla loro vulnerabilità, sui problemi di sonno e anche su alcuni casi non chiari di suicidio che sembrano correlati ai contenuti dei social.
La questione della "dipendenza" è sempre sotto il faro di studiosi e genitori ed è un punto di vista utile per comprendere le preoccupazioni di tutti per gli
adolescenti e le loro relazioni con i dispositivi che li connettono continuamente ai loro
amici, al loro mondo e con la realtà, non solo virtuale.
MAI BANALIZZARE
Numerosi studiosi hanno messo in guardia
dalla tendenza di cercare risposte semplici a problemi complessi, creando connessioni semplicistiche tra i social media e suicidio, videogiochi è necessario vedere come i bambini e come tutti, anche i genitori e gli adulti, stiamo
usando i social media.
I bambini possono utilizzare i media interattivi in
modo problematico o pericoloso a causa di problemi di fondo o possono essere particolarmente vulnerabili a ciò che trovano sui social media. E anche se i
collegamenti specifici tra l'uso dei social media e la salute mentale (in
entrambe le direzioni) sono discussi, i ricercatori cercano di chiarire le
connessioni e i rischi, c'è un generale riconoscimento che il panorama emotivo
della prossima generazione è sempre più legato a quelli connessioni online, nel
bene e nel male.
L'INTERATTIVITÀ È COME UNA "MAGIA"
La tecnologia non è il problema, il
problema è l'interattività che attira i bambini su una base neurofisiologica, come esseri umani siamo predisposti ad essere attratti da luci colori movimento, ancora di più se accompagnati da contenuti piacevoli e divertenti, comunque stimolanti e che provocano eccitamento nervoso che soprattutto nei bambini produce una sensazione di piacere e benessere poiché scambiato per vitalità.
I QUATTRO PUNTI CRITICI
Dal punto di vista medico si osservano quattro manifestazioni
di quello che viene chiamato "l'uso problematico dei media interattivi":
1 - I giochi elettronici (soprattutto per i maschi) e
2 - I social media (soprattutto per le femmine)
3- La pornografia on line che sta toccando i bambini anche piccoli (scuole elementari) più
profondamente di quanto chiunque immagina.
4 - Le abbuffate di informazioni con i bambini che scompaiono in un
labirinto di link anche pericolosi.
Ciò che questi diversi comportamenti problematici
hanno in comune è che molti dei bambini coinvolti
presentano già dei problemi di base, come il disturbo da deficit di attenzione e
iperattività, ansia sociale o depressione.
Alcuni studiosi sostengono che che l'uso problematico dei media interattivi non è affatto una diagnosi, ma è una sindrome di questi altri disturbi
preesistenti che gli strumenti elettronici slatentizzano, fanno emergere, e che non si sarebbero manifestati o forse solo molto più tardi, se i bambini non ne avessero fatto uso, come accadeva prima della loro invenzione e diffusione sociale capillare.
AFFRONTATO IL DISAGIO, I SOCIAL NON SONO PIÙ UN PROBLEMA
E quando i bambini ricevono cure per il problema di
base (depressione, ansia, fobie, iperattività, paure, insicurezza, etc) spesso l'uso sbagliato dei social e di internet, come dei giochi elettronici, scompare, sicuramente diventa più gestibile fino a rientrare nella normalità per quel bambino, la sua famiglia e il contesto sociale in cui è inserito.
GLI ADOLESCENTI SONO BAMBINI NATI COI SOCIAL
Per gli adolescenti, la differenza è fatta dal modo in cui gli adolescenti si sentono prima
di andare sui social media, sono il loro stato d'animo e la loro personalità che influiscono poi su ciò che fanno sui loro
dispositivi e su come reagiscono a quello che trovano o leggono.
I ragazzi che si sentono già depressi hanno già una visione negativa, malinconica o pessimistica che può influenzare il modo in cui interpretano
ciò che "accade" sui social. È una
relazione complessa, in cui iniziano già con una sorta di "pregiudizio" che quello che succede online sia qualcosa che possa accadere che temono o desiderano che possa accadere anche a loro, in sostanza lo interpretano in base al loro stato d'animo.
E' evidente che non crea nessuna preoccupazione se cercano cose allegre e divertenti, ma che invece può creare anche grandi problemi se cercano conferme o gratificazioni poiché, essendo già giù di tono o insicuri, possono avere grandi delusioni e il sistema dei "like" certo non aiuta.
Gli adolescenti sono davvero guidati dai loro
coetanei, davvero ricompensati dalle interazioni tra pari poiché stanno esplorando la loro identità, essendo creativi e
condividendo le cose che hanno fatto, ma è difficile per loro filtrare il
negativo e ancor più quando sono già vulnerabili.
IL SISTEMA DEI "LIKE"
Ci sono cambiamenti che le aziende tecnologiche
potrebbero fare nel modo in cui funzionano i social media il che potrebbe ridurre alcuni di questi aspetti negativi e cambiare
l'esperienza online.
Ad esempio, Instagram sta cercando di eliminare i "Mi
piace" in un programma pilota in Canada, per ridurre la pressione sociale
e i confronti.
Ci sono modi per rendere le cose più sicure, ha detto, e anche
utile; i social media potrebbero avere un ruolo nei "piani di sicurezza"
che gli adolescenti fanno per gestire i sentimenti negativi, se arrivano.
STRUMENTI ELETTRONICI DAL GIOCO AL LAVORO
I modi in cui i genitori utilizzano i loro dispositivi (telefonini, computer, tablet, etc) influenza il
modo in cui i figli utilizzano i loro e riflettono chi siamo come adulti, come genitori e come famiglia.
Il modo in cui viene fatto certamente può riflettere anche il potere della tecnologia ma soprattutto i rapporti che si hanno.
La tecnologia è solo uno dei tanti strumenti a disposizione per l'educazione dei figli, un'opportunità che va sfruttata in tutte le sue potenzialità, per giocare con loro da piccoli, per condividere il loro mondo da adolescenti e per prepararli al lavoro futuro.
Oggi è infatti inimmaginabile lavorare senza conoscere i dispositivi e i sistemi elettronici a menadito e chi meglio dei genitori può fare da guida e Cicerone ai propri figli?
DOMANDE E RISPOSTE
E quindi:
1 - Possiamo cambiare il modo in cui le persone
utilizzano i loro social media in modo da non continuare a lavorare in
multitasking, su tanti piani diversi in contemporanea, senza dover tenerli aggiornati?
2- Possiamo aiutare gli
adolescenti a filtrare la loro esperienza online per evitare l'esposizione negativa?
3 - Possiamo aiutarli a capire come utilizzare i social media per
ottenere aiuto quando ne hanno bisogno?
La risposta è senz'altro: si.
IL WEB È "ESPERIENZA SENSORIALE"
I figli, prima bambini e poi adolescenti, hanno bisogno dei genitori in quello spazio, che è sia reale che mentale, quindi "transizionale", il telefonino è sia un "oggetto" (reale) che uno "luogo della mente" (psichico) ed lo stesso vale per il WEB che al contrario di quando affermato ancora oggi, è assolutamente afferente al "reale" benché "dematerializzato". E' reale poiché percepibile soltanto attraverso i 5 sensi ma non per questo meno reale, come il vento o il calore del sole, che non si possono certo "afferrare" con le mani ma "sentire" col corpo e con la mente.
Il WEB fa presa poiché si aggancia alle nostre esperienze sensoriali più profonde, inconsce, primigenie, antiche, le esperienze "sensoriali" quando già il bambino nella pancia della mamma percepisce la realtà somigliando molto di più ad un mammifero marino, un piccolo delfino, immerso nel caldo e avvolgente liquido amniotico della mamma mentre ascolta il suo battito cardiaco e i rumori ovattati che provengono dall'esterno.
IL WEB COME "PLAY-GROUND" TRANSIZIONALE
Anche per questo fare una distinzione "artificiale" tra online e offline, mondo reale e mondo
virtuale. può essere sostanzialmente sbagliato se ci riferiamo a bambini e adolescenti, poiché mentre per loro è una realtà senza soluzione di continuità, è un continuum.
Per questo vanno raggiunti là dove loro sono, per questo è necessario incontrali in quella "terra di mezzo", nel luogo dove spazio mentale e realtà s'incontrano, nello spazio interno-esterno dove è possibile giocare, piangere, ridere, litigare e rappacificarsi; il terreno dove si costruisce la realtà psichica e il proprio mondo adulto, insieme, genitori e figli, uniti da sentimenti, gioie, dolori, desiderio di riscatto e bisogno di farcela a crescere e andare avanti, sempre insieme, uniti nella mente anche se separati nello spazio.
La formula "magica" e vera per diventare adulti.
Adelia Lucattini
Lupinacci M.A. et al.: "Il dolore dell'analista. Dolore psichico e metodo psicoanalitico". Astrolabio. 2015
AA.VV.: "Stare con il dolore in emergenza: Soccorritori, vittime e terapeuti". Franco Angeli. 2018
AA.VV.: "Gruppale-Duale. Il lavoro clinico in psicoanalisi con bambini e genitori". Magi Editore. 2013
Fonte Foto
Harvard Graduate School of Education - Usable Knowledge
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