Passa ai contenuti principali

GENITORI E FIGLI "ALLEATI" NELLA SCELTA DELL'UNIVERSITÀ




Da un sondaggio del 2012 il 47% degli studenti italiani ammette di affidarsi, chiedere consiglio e aiuto ai genitori nella scelta dell'università, sia della Facoltà che della sede.
Uno studente su due, quindi, nella decisione si lascia affiancare, talvolta, "indirizzare" dai propri genitori.


Maria Montessori affermava che "La caratteristica peculiare dell'Università consiste nell'insegnare a studiare. La laurea è solo la prova che si sa studiare, che si sa acquisire formazione da se stessi e che ci si è trovati bene nei percorsi della ricerca scientifica". 
Considerava quindi il percorso universitario più come una "scuola di vita" che soltanto come un iter necessario per la propria professionalizzazione in vista del lavoro.
Un'esperienza educativa, culturale e maturativa al tempo stesso.

Un sondaggio su 1500 studenti a cui è stati chiesto quali fossero i criteri alla base della scelta dell'ateneo più idoneo, gli studenti hanno risposto:

- Il 31% le proprie attitudini culturali
- Il 19% i risultati scolastici ottenuti al liceo
- Il 17% l'esempio di un familiare, un fratello o  uno zio
- Il 15% la logistica e il modus vivendi della città sede dell'università prescelta 
- L' 8% il valore del quadro docenti dell'università di destinazione
- Nel 5% dei casi la scelta sarebbe casuale, non pensata


I NEO-DIPLOMATI A CHI SI AFFIDANO PER LA SCELTA? 

Al primo posto, secondo lo studio, ci sono i genitori: 
- Il 47% degli studenti, uno su due, ammette  di voler decidere insieme a mamma e papà la soluzione migliore, influenzato anche dagli aspetti economici rilevanti in tempo di crisi.
- Il 23% gli amici, con i quali il confronto è serrato e approfondito.
- Il 21%  è influenzato dal fidanzato/a
- Il 5% si affida ai professori del liceo.


"PENSIERO COMUNE" E "MOTIVAZIONI CONDIVISE" TRA GENITORI E FIGLI

La famiglia è sempre stata un elemento fondamentale e determinante nel favorire le inclinazioni e/o indicare la strada professionale ai figli, a partire dall'orientamento negli studi. 

Oggi gli adolescenti si trovano a scegliere già al quarto anno di scuola superiore e chiedono consiglio ai genitori e alla famiglia (gli zii hanno spesso in questo un ruolo molto importante). 
Uno dei problemi principali che si trovano ad affrontare è la difficoltà ad immaginare che tipo di lavoro faranno, come sarà e dove.

La non conoscenza delle proprie reali inclinazioni, la diversità dello studio universitario da quello superiore e la distanza dal mondo del lavoro, in una società in rapida evoluzione come la nostra, è anche causa purtroppo dei molti "drop-out" ovvero abbandono degli studi, tra gli studenti universitari italiani.
Studi recenti hanno dimostrato l'importanza per gli adolescenti di sviluppare una sensibilità verso le proprie attitudini.

La famiglia ha quindi sempre un ruolo determinante nella scelta, in modo fisiologico e sano, grazie a processi psichici d'identificazione dei ragazzi con i genitori, talvolta anche inconsapevolmente inclini a soddisfare i desideri e le ambizioni dei familiari perché magari confusi o incerti rispetto ai propri desideri.
Capita anche che i ragazzi "sappiano" cosa fare e abbiano chiaro cosa desiderano studiare, diventare ed essere, grazie proprio al buon lavoro fatto dalla famiglia. 
In questo caso vanno senz'altro sostenuti e accompagnati, anche se la scelta è diversa da quella pensata o desiderata dai genitori per loro.


ASPETTATIVE DEI RAGAZZI SUL LAVORO DOPO LA LAUREA

Il 32% degli intervistati è ottimista 
Il 21% non crede, dopo il conseguimento del titolo, di poter trovare lavoro in Italia.
Il 15% ritiene di dover sostenere ulteriori specializzazioni,
Il 7% è dell'idea che dovrà seguire dei corsi di perfezionamento o master all'estero
Il 5%  teme di non riuscire a terminare gli studi


FATTORI ESTERNI ALLA FAMIGLIA CHE INFLUENZANO NELLA SCELTA DELLA FACOLTÀ

La ricerca ha inoltre indagato quali sono i fattori esterni alla famiglia e alle conoscenze che influenzano maggiormente la scelta della Facoltà

Il 21% degli studenti ha indicato nei social network e nella rete la propria miglior fonte di notizie e indicazioni universitarie
Il 19% la pubblicità
Il 16% la reputazione e notorietà dei Rettori e dei Docenti
Il 12% le strutture dei corsi e le tipologie di esami proposte


LE ASPETTATIVE DEI RAGAZZI SU UNIVERSITÀ E LAUREA

Il 31% ha risposto "un'opportunità di miglioramento economico"
Il 25% spera in una crescita culturale utile al lavoro
Il 13% considera questo percorso come un'opportunità di accrescere le proprie conoscenze personali
Il 9% un mezzo per aiutare economicamente la propria famiglia
L'8% sogna di conoscere, a lezione o in biblioteca, l'anima gemella!

Famiglia e amore sono da sempre i "collanti universali".


Adelia Lucattini


Articolo della scrittrice e giornalista Sara Ficocelli 
"Scelgo l'università con mamma e con papà"
Pubblicato su D-Repubblica.it - Famiglia





Post popolari in questo blog

FAMIGLIA. CELIACHIA: DISTURBI NEUROLOGICI E ASPETTI PSICOLOGICI

Celiachia e disturbi psicologici: quale correlazione c’è tra malattia celiaca, le più comuni manifestazioni psicologiche e possibili patologie neurologiche? Le maggiori correlazioni sono con i disturbi di natura psicologica. Esistono però numerosi studi sulla correlazione anche con alcuni disturbi neurologici in persone allergiche al glutine che non sanno di essere celiaci o intolleranti oppure che non rispettano la dieta senza glutine Sappiamo che il disturbo neurologico più severo causato dal Glutine, è l’Atassia Cerebellare: cosa può dirci a riguardo?   L’atassia cerebellare da glutine è stata ipotizzata e studiata a partire da un’analisi delle “atassie di origine sconosciuta o idiopatiche”. Attualmente è considerata una malattia autoimmune, in cui gli anticorpi prodotti da individui sensibili al glutine, anticorpi specifici contro il glutine, possano attaccare il cervelletto e nel tempo provocare una distruzione dei neuroni su base infiammatoria e provocare l’atassia. Il termin

COMPRENDERE I COMPORTAMENTI, INTENDERE I SEGNALI E COME PARLARE CON I FIGLI ADOLESCENTI

Le domande da porre e i comportamenti da osservare: due professionisti che i ragazzi li conoscono bene si interrogano sui segnali che i genitori dovrebbero imparare a cogliere. Che i genitori lo vogliano o meno, tutti i figli diventano adolescenti. “È la natura: i cambiamenti sono inevitabili perché legati allo scatto puberale, è una questione ormonale”, spiega Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista con studio a Roma. “Certo non è facile abituarsi al cambiamento ed è normale che generi un terremoto emotivo in madri e padri. La grande sfida è riuscire a controllare la trasformazione più comune alla paura, cioè la rabbia. Oppure il suo opposto, la paralisi mentale”. Ma se è vero che si tratta di un passaggio fisiologico, resta che i ragazzi si trovano ad affrontare una zona grigia in cui possono sorgere dei disturbi veri e propri, da qui la domanda: esistono dei campanelli di allarme che anticipano eventuali disagi? Insomma, i genitori possono armarsi di un decoder capace di captar

MAMMA E BAMBINO. I BENEFICI DELLA MUSICOTERAPIA IN GRAVIDANZA

Sappiamo che la musicoterapia presenta svariati ambiti e che può essere applicata anche in gravidanza, dove si ha la possibilità di “creare una relazione mamma – feto” che va a lavorare molto sulla memoria sonora- musicale e dunque “affettiva” anche subito dopo la nascita. come si sviluppa in particolare questo momento? La musica svolge un ruolo molto importante nello sviluppo del bambino, influenzando una buona crescita sia da un punto di vista psicologico, che fisico, poiché nei primi anni di vita, corpo e mente sono strettamente uniti. È noto che la musica favorisce la maturazione della capacità di pensare e la soggettivazione: cioè il diventare persone con una propria identità. Lo psicoanalista Didier Anzieu ha evidenziato il ruolo fondante della musica, delle canzoni e delle parole, che costituiscono un “involucro sonoro” che avvolge la madre e il bambino, creando un primo confine fra sé e non-sé. Anzieu ha definito questa dimensione intima, “la prima forma di struttura ps