Svogliato, distratto, irrequieto, incapace di dedicare attenzione alle lezioni.
Alcuni atteggiamenti del bambino in classe rivelano disturbi specifici che è meglio individuare il prima possibile, per aiutarlo a migliorare nello studio, nel rendimento (i voti), a crescere e relazionarsi meglio.
I CAMPANELLI D'ALLARME
È facile dire: "non va bene a scuola", meno intuitivo stabilire perché senza l'aiuto di insegnanti e specialisti.
Per
iniziare a farlo, è necessario cercare di
cogliere campanelli di allarme, osservare i propri figli mentre studiano e
fanno i compiti.
Il nocciolo della questione sta nel non etichettare a priori
una difficoltà nello studio, ma distinguere tra due tipi di problemi: disturbi
della sfera emotiva e Disturbi Specifici dell’Apprendimento.
QUANTI SONO I BAMBINI CON DISTURBI SPECIFICI DELL'APPRENDIMENTO?
I “Disturbi Specifici dell'Apprendimento” (DSA) colpiscono il 4% della
popolazione, 1 alunno ogni 25, e nella maggior parte dei casi emergono fin
dalla scuola Primari (le elementari) mentre a livello di studi superiori si rilevano con
maggior frequenza negli istituti tecnici.
Sono riconosciuti dallo Stato (MIUR)
e classificati in: Dislessia, Disortografia, Disgrafia, Discalculia.
LA DISLESSIA
Nella
Dislessia c'è una mancanza di automatismo nella lettura. Per studiare con
successo è necessario saper leggere almeno tre sillabe al secondo (scu-o-la;
a-ve-vo). Quasi sempre è associata a Disortografia, ovvero mancanza di
automatismo nella scrittura, con errori di ortografia non gravi ma frequenti
(scuola-squola, avevo-havevo).
LA DISGRAFIA
La
Disgrafia invece è la difficoltà a riprodurre il disegno e e poiché in italiano il corsivo minuscolo è un disegno che prevede movimenti circolari del polso e una coordinazione neuromotoria, tra cervello, occhio, braccio polso e mano, la forma delle
lettere è imprecisa o il bambino è molto lento nello scrivere, avendo spesso una scrittura detta “a zampe di gallina”.
Il problema principale è la difficoltà o incapacità di prendere appunti.
LA DISCALCULIA
Se
affetti da Discalculia, più rara, gli alunni hanno invece difficoltà a leggere
e scrivere i numeri, specialmente a ritroso, e a fare calcoli anche molto
semplici a mente.
LA DISPRASSIA
A
questi si aggiungono altri disturbi come la Disprassia (carenza nella coordinazione motoria e della motricità
fine con difficoltà ad esempio nell'usare il compasso)
LA DISNOMIA
Disnomia è un
disturbo del linguaggio in cui vengono sbagliati i nomi, le concordanze
maschile femminile e i tempi dei verbi.
COSA FARÀ IL BAMBINO A SCUOLA
La maggior parte dei disturbi sono riconosciuti dal MIUR e sono facilmente diagnosticati dal neuropsichiatra e dal neuropsicologo infantile con test
specifici.
Il neuropsichiatra infantile rilascia un certificato con la diagnosi e le indicazioni precise su come fare il Programma Didattico Personalizzato per il bambino.
Una volta consegnato in segreteria didattica della scuola, l'insegnante referente dei BES insieme al Collegio Docenti, possono adottare
tutte le misure dispensative (attività che il bambino non deve fare) e compensative (attività o strumenti che il bambino può usare ad. es. computer, tablet, calcolatrice, audiolibri, etc), tutte previste per legge con percorsi personalizzati per
ogni bambino o ragazzo.
I genitori hanno sgravi fiscali per l'acquisto di questi beni.
I "TUTORS"
In molti casi è previsto un Educatore Professionale a scuola, in alcuni casi anche a casa. a seconda della gravita del disturbo e delle possibilità degli Enti Locali, in particolare il Comune, della zona di residenza del bambino.
L'educatore o tutor ha una formazione che gli permette di aiutare il bambino a trovare modi e strategie per fare i compiti a casa e a scuola.
Un aiuto importante e un sollievo per i genitori che possono così godersi il tempo libero con i propri bambini senza dovere trascorrere tutti a sabati e le domeniche a fare i compiti!
Articolo di Adelia Lucattini
"Tuo figlio va male a scuola: copri perché"
Pubblicato su D-Repubblica - Famiglia - Sui banchi