Ad uno degli ultimi congressi dell’American Psychological Association, le studiose Stasko e Geller hanno
presentato i dati della loro ricerca: l’82% degli intervistati ha fatto sexting
almeno una volta nell’ultimo anno. Ma per gli adolescenti il rischio dipendenza
è altissimo, con ricadute molto pericolose per il loro sviluppo psicofisico.
COSA SONO IL “SEXING” E IL "CYBERSESSO"
Si
chiama “sexting” ed è un neologismo inglese, ormai adottato anche nella lingua
italiana, che deriva dalla fusione delle
parole “sex” (sesso) e “texting” (messaggiare/inviare sms):
significa “inviare messaggi scritti o
immagini con contenuti sessuali espliciti, attraverso qualunque dispositivo elettronico (devices) ma
principalmente col telefonino”.
Il
“cibersesso” o “cybersesso”, dall’ inglese: cybersex, definito anche “sesso
virtuale”, è un tipo di attività sessuale, simulata o praticata, a cui
partecipano due o più persone collegate fra di loro tramite una rete
informatica (internet).
Una
ricerca promossa dall’Azienda Università-Ospedale di Padova attesta che anche i
giovanissimi sono "stregati" da chat e siti pornografici con grave pericolo per la propria salute psicologica e per la propria incolumità fisica per i rischi reali a cui si possono esporre attraverso contatti su internet che possono diventare tragicamente reali.
NON È UN FENOMENO DEL TUTTO "NUOVO"
Il
sexting in realtà è l’evoluzione
digitale della pratica ben più nota dell’inviarsi foto, lettere osè e ritratti
“desnudi” via posta o tramite “messaggeri”, inizialmente nata per
conservare intimità nei periodi di lontananza forzata dal partner e poi
trasformatasi nel tempo in uno strumento di seduzione o adescamento sia per uomini che per donne, inizilmennte adulti.
Oggi "il virtuale" lo ha fatto arrivare in modo improprio e dannso anche ai bambini e agli adolescenti.
NEGLI USA UNA RICERCA
SU PERSONE DAI 18 AGLI 82 ANNI
All’ultimo
congresso dell’American Psychological Association,
le psicologhe Emily Stasko e Pamela Geller hanno presentato una ricerca su
questa pratica:
«Date
le possibili implicazioni, sia positive sia negative, per la salute – ha
spiegato la Stasko – è importante studiare il ruolo che il sexting gioca nei
rapporti sentimentali e sessuali».
La ricerca ha preso in esame un
campione di 870 persone tra i 18 e gli
82 anni, di cui più della metà donne,
con l’obiettivo di quantificare la pratica, valutare le sue ragioni d’essere e
il grado di soddisfazione sessuale da parte degli esaminati.
Ai
partecipanti è stato chiesto se avessero mai fatto sexting:
l’82%
ha risposto affermativamente
il
75 % ha dichiarato di averlo fatto nel contesto di una relazione consolidata
il
43% nell’ambito di rapporti occasionali.
I
ricercatori hanno inoltre scoperto che nei rapporti consolidati questa pratica
comporta una maggiore soddisfazione sessuale: le coppie sintoniche vivono
dunque il sexting come una parte divertente, giocosa, della relazione.
Benché
lo studio si riferisca alla realtà statunitense, evidenzia come questa pratica sia più diffusa di quanto si
creda.
IN EUROPA E IN ITALIA
In
Europa le persone che usano internet
quotidianamente sono quasi il 70%, 30
milioni in Italia.
Fino
al 2008 questi utenti cercavano informazioni e usavano le email, ma negli
ultimi anni è cresciuto il ricorso a chat, sms, social network, giochi e siti
pornografici di vario tipo.
Anche
l’età dei navigatori si è molto
abbassata:
il
52% dei ragazzi ha tra gli 11 e i 15 anni
il
50% degli adolescenti europei ha uno smartphone
il
25% lo usa online.
TELEFONO AZZURRO E
EURISPES
Telefono
Azzurro ed Eurispes già nel 2012 avevano segnalato il problema.
Secondo
una ricerca europea coordinata dalla London School of Economics and Political Science,
il sexting e il cybersesso risultano
particolarmente pericolosi per gli adolescenti perché il 9% di loro, eludendo il controllo dei genitori,
trasferisce nella realtà gli incontri fatti in rete, esponendosi a rischi importanti e reali, tanto più grandi quanto
minore è l’età.
Da
questi studi risulta che il sexting in
Europa coinvolge il 15% dei giovani
tra gli 11 e i 16 anni, ma solo una minima parte di questi è disposto ad
ammetterlo.
I
dati relativi all’Italia, raccolti
da Pepita Onlus, cooperativa sociale creata da un gruppo di educatori esperti
in interventi educativi e sociali in collaborazione con istituzioni come l’Università Cattolica del Sacro Cuore di
Milano, dicono che il 35% dei minori
invia o pubblica sui social network messaggi, foto o video a contenuto
sessuale.
ASPETTI PSICOLOGICI E
RICADUTE SULLA SALUTE DI BAMBINI E ADOLESCENTI
All’interno
di questo quadro ad essere meno studiate e note sono le ricadute sulla salute
fisica e mentale dei ragazzi, i rischi correlati ai rapporti sessuali
occasionali non protetti e i contraccolpi psicologici, anche gravi.
1- DIPENDENZA
Diventare dipendenti da sexting e
cybersesso è un passaggio molto rapido,
soprattutto in età evolutiva, quando la psiche si sta strutturando e gli
adolescenti si avvicinano fisiologicamente alle prime esperienze sessuali.
I rapporti virtuali possono diventare più importanti di quelli reali, fino a scatenare una vera e propria dipendenza, un canale “principe” attraverso il quale trarre soddisfazione e piacere: l’immaginazione sostituisce la realtà, e la realtà, attraverso un supporto digitale, diventa virtuale per definizione.
2- DEMATERIALIZAZIONE
DEL CORPO
La
dematerializzazione del corpo proprio e dell’altro può portare a una
cristallizzazione della sessualità all’interno di una dimensione puramente
mentale e autoreferenziale.
Quella
che viene a mancare è insomma l’esperienza della relazione, dello stare a
fianco, a contatto con l’altro, con la persona con la quale si scambiano
pensieri, emozioni e sensazioni, belle e brutte, dal piacere all’allegria,
dalla tristezza alla malinconia.
Tutte
le componenti della vita reale, anche se negative, come una delusione amorosa o
un rifiuto, fanno parte dell’esistenza, nella sua complessità, e rinunciarvi
può essere molto dannoso.
3- INCAPACITÀ DI AMARE
Può
accadere, ad esempio, che la capacità di
amare che si sviluppa attraverso lo stare in relazione con qualcuno possa non
svilupparsi o, se già in via di formazione, regredire e inaridirsi.
Esiste un rischio di estraneazione della sessualità dalle emozioni e dai sentimenti, fino all’estremo, raro, ma possibile caso di una “de-umanizzazione”, ovvero di una meccanicizzazione del corpo e della vita sessuale.
4 - PUÒ COLPIRE RAGAZZI SANI
Non bisogna però pensare che solo adolescenti problematici possano essere attratti da questo tipo di situazioni: il cybersesso può avere un effetto negativo anche su un ragazzo perfettamente equilibrato, soprattutto se non trova un appoggio o un aiuto in un adulto di cui fidarsi e da cui sentirsi compreso, col quale poter riprendere il percorso di crescita “tornando alla realtà” e vivendo le proprie esperienze come fanno tutti, per quanto possano incutere paura o imbarazzo, soprattutto nella fase iniziale.
5- RISCHI CONCRETI E REALI
Il cybersesso comporta rischi concreti, soprattutto quando dal piano virtuale si passa a quello reale, con spesso drammatiche esperienze di violenze e abusi, e implica gravi contraccolpi rispetto allo sviluppo armonioso e sano della mente di una persona in crescita.
LO SVILUPPO ARMONIOSO
DI MENTE E CORPO DIPENDE DA UNA BUONA RELAZIONE CON L’ALTRO REALE E PRESENTE
La
confidenza e un buon rapporto con il proprio corpo sono cose che si sviluppano
nell’infanzia ma trovano un completamento attraverso tutte le fasi della vita:
un importante impulso evolutivo lo si ha proprio nell’adolescenza, ma si può
arrivare a completa maturazione anche nella prima fase dell’età adulta.
Tutte
le pratiche legate al cybersesso possono inoltre produrre o rafforzare una
dissociazione mente-corpo e portare a vivere la corporalità come qualcosa di
estraneo, non accessibile “direttamente” ma evocabile attraverso lo strumento
che il soggetto è abituato a utilizzare fin da piccolo.
COSA FARE E A CHI
RIVOLGERSI
Come sempre sono indispensabili e molto efficaci, soprattutto se attuati di concerto:
1- Corretta informazione di che cosa si tratta
2- Ascolto accogliente di quello che bambini e ragazzi vogliono, desiderano, hanno da
raccontare
3- Dialogo aperto e sincero con i figli
4- Controllo discreto ma esplicito da parte dei genitori dei dispositivi elettronici
(telefonino, tablet, computer, Play Station, WII, etc) e dell’accesso a
internet
5- Educazione dei bambini e dei ragazzi, anche a scuola, all’uso dei dispositivi
elettronici
6- Informazione corretta sui pericoli della rete
Rivolgersi ad un analista infantile e della famiglia qualora figli diano segni importanti di disagio.
I segnali possono essere molti: preoccupazione, insonnia, oppositività eccessiva o immotivata, preoccupazioni, paure, difficoltà scolastiche soprattutto se improvvise, ritiro nella propria stanza per tanto temo o lunghi periodi, silenzio prolungato, eviatmenti sistematico del contatto coi genitori, rifiuto di uscire con gli amici, nei piccoli anche agitazione al di sopra dei canoni.
Rivolgersi alla Polizia Postale per segnalare situazioni di pericolo.
Adelia Lucattini
Intervista ad Adelia Lucattini della scrittrice e giornalista Sara Ficocelli
"Cybersesso:
salute dei minori a rischio"
Pubblicata su Il Tirreno.it - Benessere & Salute -Italia Mondo