Il centro estivo non deve essere vissuto dal bambino come imposto da un atto di potere, per non trasformarsi in un parcheggio che scatena il senso d'abbandono
IL "TIMING"
La scuola è finita e i bambini sono improvvisamente catapultati in un tempo "vuoto" dagli impegni (con piacere!) ma anche dalla "scansione temporale", il cossiddetto "timing", della scuola che con i suoi orari, ritmi, ripetitività scandisce il tempo reale e aiuta a formare il "tempo interno" nei bambini primi e negli adolescenti poi.
Anche ai genitori è richiesto uno sforzo organizzativo e di poter pensare qualcosa di buono ed efficace per i propri figli.
LA PROGRAMMAZIONE
Per i piccoli è spesso un passaggio "naturale" tra scuola e vacanza con i genitori o con i nonni, trascorrere una o più settimane in un "centro estivo". Ai genitori è richiesto tempo e "pensiero" per poter scegliere quello giusto e per preparare i i figli al cambiamento, di ambiente e di "tempo".
Il primo passo è cominciare a parlarne per tempo dopo la fine della scuola un po' prima della fine della scuola, se non possibile, prima dell'inizio del centro estivo della scelta, della frequenza e della durata del centro estivo.
La programmazione e la possibilità di "prevedere" il proprio futuro nel breve-medio termine, per i bambini è molto rassicurante, li aiuta ad organizzarsi emotivamente e razionalmente, e quindi anche ad organizzare il proprio tempo interno.
LE ATTITUDINI DEL BAMBINO
Il centro estivo che deve
essere il più possibile confacente alle propensioni del bambino.
I centri estivi che svolgono
attività ludiche di gruppo, artistiche, sportive possono costituire un'integrazione
positiva rispetto alle attività scolastiche non praticate nel corso dell'anno.
Se i bimbi stanno seduti a svolgere attività didattiche
non hanno la possibilità di staccare, di riposarsi e di giocare, arrivando al
nuovo anno scolastico con un buon recupero psico-fisico dalle fatiche scolastiche dell'anno precedente.
LO SPORT
Sì alle attività sportive di gruppo ma no alle attività pre-agonistiche
organizzate dai centri sportivi soprattutto nei bambini fino a 9-10 anni, poiché i bambini potrebbero essere un aggravio della fatica, anziché un momento di riposo e recupneero di energie.
I bambini sono felici di frequentare i centri
estivi se c'è almeno un loro amichetto, altrimenti potrebbe essere difficile integrarsi in un gruppo nuovo.
Vanno bene le attività che siano inclini alle loro attitudini. Inutile cercare
di fargli imparare a giocare a tennis se gli piace il calcetto!
Ideali i
centri estivi organizzati all'aria aperta, dove i bambini imparano a vivono con il gruppo
a contatto con la natura.
LE LINGUE
I centri estivi svolti in un'altra lingua, con tutors madrelingua, sono esperienze molto stimolanti per i bambini, arricchenti, utili, divertenti.
Sono occasione di apprendimento spontaneo tramite il gioco e memorizzazione di una nuova lingua facilitato dalla piacevolezza del contesto.
Anche in questo caso, poter avere almeno un amichetto, sarebbe consigliabile, per ridurre l'impatto ed entrare prima nel "mood" della nuova esperienza.
Adelia Lucattini
Intervista di Lau. Cau. ad Adelia Lucattini:
"Una
bella esperienza se non è vissuta come imposizione"
Pubblicato
su Il Tempo.it