Studi recenti associano il funzionamento mentale dei giovani hackers a quello che spinge al cyber-crime e che sembra molto simile a quello che fa "scattare" le dipendenze
da fumo e l'abuso di sostanze negli adolescenti.
HACKER DIPENDENZA "TOSSICA"
Il
passaggio da piccoli atti di pirateria al diventare un hacker è dovuto a un
meccanismo simile a quello che fa scattare la dipendenza da alcol e droghe,
tanto che le tecniche di contrasto al fenomeno potrebbero essere prese proprio
da chi si occupa di lotta al fumo e all'abuso di sostanze.
Naturalmente la prevenzione e la cura passa attraverso far prendere coscienza del loro problema ai giovani "cybercriminali" (come avviene con gli alcolisti
e i tossicodipendenti, i dipendenti da gioco d'azzardo) dei danni che il loro comportamento può provocare a sé stessi e agli
altri e prevedendo anche periodi in cui trascorrano loro del tempo con hacker “riabilitati” che possano raccontare la loro esperienza "di chi ci è passato.
I PERICOLI VIAGGIANO IN RETE
Stando
al rapporto di Europol, a cui ha contribuito lo studio di Mary Aiken, cyber-psicologa
forense, per un adolescente diventare un hacker è dunque piacevole come la
droga.
Grazie
agli strumenti e ai corsi che si trovano su internet, è molto facile per
qualsiasi ragazzo imparare
a commettere crimini informatici, “provando - si legge nel rapporto - un senso
di piacere che spinge a commettere azioni sempre più gravi.
La dopamina,
l'ormone legato a premi e soddisfazione, viene rilasciato velocemente quando
giovani vulnerabili hanno successi rapidi e frequenti online.
E se questi
successi sono collegati ad atti antisociali, come la pirateria informatica, i
ragazzi si spingono sempre più in là per ottenere la loro ricompensa”.
Gran
parte del problema, secondo lo studio, sta nel fatto che molti giovani vedono
nella rete un posto privo di sorveglianza, cosa che li incoraggia a commettere
atti sempre più gravi, che finiscono poi per diventare comportamenti normali.
LE MOTIVAZIONI PSICOLOGICHE
Spesso
il loro obiettivo non è guadagnare soldi quanto acquisire una certa reputazione
tra gli altri hacker per compensare la mancanza di autostima che hanno in altri
aspetti della loro vita.
Costruirsi
la propria reputazione online diventa così importante che i giovani hacker ci
spendono molte risorse cognitive ed emotive, come per le
altre dipendenze, smettere è difficile, anche se, rileva il rapporto, «la
pirateria informatica al momento non è riconosciuta a livello clinico come una
dipendenza.
Il nostro studio mostra però alcuni aspetti impulsivi e compulsivi
di questo comportamento, che meritano maggiore approfondimento.
L'osservazione
del fenomeno è corretta ma la spiegazione è troppo ristretta e quindi parziale
e non tiene conto del funzionamento
della mente degli adolescenti; questo potrebbe indurre a trovare delle
soluzioni "generali" al problema senza affrontare le peculiarità
individuali che portano i singoli a diventare hacker e a commettere reati più o
meno consapevolmente”.
IL PIACERE DELLA TRASGRESSIONE
Una
finestra sul mondo degli adolescenti. Il motivo per cui i giovani, soprattutto
se parliamo di ragazzi dopo i 15 anni, si addentrano nel web e commettono anche
atti di pirateria non è tanto la mancanza di sorveglianza da parte delle
autorità, quanto il piacere di eludere le autorità che sanno esserci e che
conoscono perché questo rappresenta una "sfida.
Tale dinamica equivale al cosiddetto "periodo difficile" di un
tempo, in cui gli adolescenti si mettevano in contrapposizione con la famiglia,
scontrandosi con i genitori o cercando di eludere la loro sorveglianza per fare
tardi la sera, uscire con gli amici e portare la ragazza o il ragazzo a casa, marginando
la scuola.
Negli anni ‘70 era tipico che le ragazze uscissero vestite di casa
come richiesto dei genitori e si portassero la minigonna, le scarpe con la
zeppa, le calze osé dentro la borsa, vestendosi in modo trasgressivo appena
girato l’angolo per poi cambiarsi prima di ritornare a casa, riassumendo
l’habitus conformista dell’epoca.
Gli
adolescenti nel web lavorano in gruppo. I giovani hacker non sono né soli né
isolati, sul web
trovano il loro gruppo, il "black mirror", una comunità di pari nella
quale hanno bisogno di riconoscersi, essere apprezzati, affermarsi.
Solitamente gli atti di hackeraggio partono dalla
necessità comprensibile di poter avere accesso a musica, film, giochi, libri
che non hanno la possibilità di permettersi acquistandoli. Il primo passo è quello
di una condivisione in rete di materiale gratuito.
Nei più talentuosi e
spregiudicati può esservi un desiderio di andare oltre, di avere accesso al
mondo degli adulti che in questo caso è rappresentato o da adulti veri e propri
o da istituzioni o da organizzazioni.
Dentro e fuori metafora, sono comunque
sempre in contatto con il mondo adulto, rispetto al quale cercano di crearsi
una propria identità, sfidandolo molto spesso, cercando di dimostrare a se
stessi e al gruppo dei pari a cui si riferiscono le loro capacità, la loro bravura,
la loro intelligenza e anche la possibilità di eludere il controllo,
affermandosi come individui capaci, intelligenti e furbi.
DOPAMINA E INCONSCIO
Qualche
precisazione sul funzionamento del cervello e sul sistema dopaminergico.
Qualunque
sistema di piacere è legato al sistema dopaminergico, ma
è senz'altro eccessivamente riduttivo considerare il cervello umano pari a
quello delle cavie o degli animali da laboratorio, geneticamente selezionati e
solitamente roditori, su cui si incentra la
sperimentazione.
Il cervello umano è molto più complesso, le catene
neuronali che presiedono al piacere e al dolore, alla gratificazione e alla
frustrazione, alla soddisfazione e alla delusione, sono ben più complesse e
articolate rispetto al semplice sistema dopaminergica tout court.
La stessa teoria
pavloviana del "riflesso condizionato" è ormai riferita soprattutto a
funzioni fisio-biologiche, fisiche, mentre è stata fortemente ridimensionata
rispetto a quelle psicologiche, che hanno a che fare con vari livelli di
coscienza e dinamiche inconsce in rapporto dinamico e costante tra di loro, ben
conosciute e studiate a livello psicoanalitico e neuropsicobiologico.
L'intersezione di tutti questi livelli
dà origine a comportamenti "automatici", legati
all'apprendimento, alle esperienze e alle componenti innate, che però si
possono sviluppare solo all'interno di rapporti significativi, ovvero delle
"relazioni affettive"
IL WEB DIVENTA "PERSONA"
Il
web "personificato" e non più vissuto come qualcosa di virtuale. Il
rapporto patologico con
la
rete è sempre riconducibile ad una personificazione della stessa.
Sei un
ragazzo è molto isolato
e vive costantemente il rapporto con altre persone soltanto attraverso un mezzo
virtuale il virtuale può diventare reale e sostituirsi alla realtà.
Quando il
virtuale viene sostituito con la realtà inevitabilmente il tipo di relazione
che si instaura con esso diviene come di tipo "umano", pur non
essendolo affatto.
Se questo si unisce a una scarsità di rapporti umani, le richieste
che vengono fatte al web e alla parte di sé che nel web trova realizzazione
diventano progressivamente crescenti.
La dipendenza si instaura quando l'unico
tipo di relazione possibile, e quindi l’unico modo di sentirsi vivi, di provare
piacere, di avere soddisfazioni avviene solo tramite un canale, una via, un
modo preciso. In questo senso, dunque, che il canale sia una droga, l'alcol, il
gioco d'azzardo, il sesso, i giochi elettronici o il web in cui si possono
commettere anche atti illegali ma non solo, non cambia il problema di fondo: la
nascita di una dipendenza da quella che ormai è diventata l'unica fonte di
piacere.
DEPRESSIONE E DIPENDENZA
Depressione
e dipendenza negli adolescenti provocano un cattivo uso del web. Il contraltare di questo discorso
è che dietro ogni dipendenza c'è anche una qualche forma di depressione che la dipendenza
compensa.
La depressione può essere precedente e la dipendenza costituire una
forma fallimentare di autocura, successiva.
Facciamo un esempio: un ragazzo
comincia con gli amici o da solo a trovare amici sul web e questa cosa gli
prende sempre più tempo perché le sue condizioni di vita, psicologiche o familiari
non gli permettono di frequentare gli amici fuori. Dopo qualche tempo questo
diventa l'unico modo possibile per lui per essere in rapporto con qualcuno,
fino ad acuire il suo isolamento e a provocare una depressione secondaria
ovvero derivante da una vita povera di incontri, di interessi, di affetti e di
stimoli.
CURARE CON LA CREATIVITÀ
Innanzitutto il non cadere in facili generalizzazioni che non permettono di comprendere né fenomeni
né individui.
Certamente le standardizzazioni
di studi epidemiologici sono importanti per approntare, da un punto di vista sanitario,
delle strategie su grandi gruppi di popolazione, ma queste non possono
prescindere da distinzioni che non possono partire da un'osservazione solo quantitativa
dei fenomeni ma da un'analisi qualitativa e specifica di quello che si sta
osservando.
Innanzitutto, prima di una dipendenza da
"cyber-hackering" ci sono molti stadi precedenti in cui gli
adolescenti possono essere sensibilizzati su quello che sta accadendo e
coinvolti in progetti in cui le loro qualità di esperti o "hacker"
possono essere valorizzate a servizio della comunità anziché stigmatizzate fin da
subito come attività dannose e distruttive.
Esistono dunque sempre una
creatività e una forma specifica di intelligenza che gli adolescenti che si
dedicano a questi attività possiedono e hanno sviluppato in modo specifico.
LE TERAPIE EFFICACI
Vediamo quali
tipi di terapie potrebbero essere possibili o adottabili.
Sel'adolescente viene contattato
e incontrato quando ormai ha sviluppato una dipendenza, è necessario che venga sottoposto
a delle cure.
Le cure possono essere molteplici, individuali o di gruppo.
Le
terapie individuali non possono prescindere da psicoterapie psicoanalitiche, lavorando sulla presa di
coscienza, sulle emozioni e sulle funzioni mentali che gli adolescenti possono
non aver sviluppato adeguatamente o aver bloccato, tanto da farli cadere in ripetizioni
forzate, rituali e ossessioni o cristallizzato in una dipendenza”. Le terapie
di gruppo possono essere certamente utili: gruppi analitici e di auto-aiuto
simili a quelli che esistono per le varie forme di dipendenza patologica che
vengono divise per tipi di dipendenza favoriscono il rispecchiamento e il
riconoscimento con altre persone che hanno lo stesso tipo di problema.
Esistono
poi anche gruppi di altro genere, psicoanalisi gruppale o anche "psicoanalisi
multifamiliare" che si stanno affermando, dove l'adolescente o il giovane adulto con un problema può essere
curato insieme a tutta la famiglia, anche allargata.
LE TECNICHE DI RIABILITAZIONE NON BASTANO
Oggi si parla tanto di "riabilitazione", tecniche di riabilitazione, desensibilizzazione (come fossero allergie), addestramento.
Ma può parlare di orientarsi solo verso una vera e propria riabilitazione di questi adolescenti?
Parlare di
"hacker riabilitati" presuppone che ci sia
stata una disabilità, e nel caso specifico non si può parlare di una disabilità
nei giovani che sanno utilizzare bene il web e che commettono atti di pirateria
informatica.
Proprio perché in età evolutiva e se non sono affetti da disturbi
della sfera psicotica o bipolari dell'umore, non si può parlare di
riabilitazione in senso stretto ma soltanto di cura.
Questa cura può essere
effettuata attraverso psicoterapia analitica individuale, familiare, di gruppo e, se
necessario, anche attraverso l'utilizzo mirato e specifico (su indicazione e prescrizione dello psichiatra o nel neuropsichiatra infantile) di psicofarmaci con
terapie individualizzate e che rispondano alle esigenze di ognuno di questi
giovani pazienti.
LE OLIMPIADI DI "HACKERAGGIO" TRA SCUOLE
Ricorre spesso la domanda: la
scuola può fare qualcosa?
La scuola potrebbe avere un grande ruolo a livello
preventivo rispetto
allo scivolamento in una dipendenza o nell'illegalità ma soprattutto un ruolo importantissimo di valorizzazione delle qualità di questi
ragazzi che, se incanalate nel modo corretto, certamente non scivolerebbero in
aspetti devianti.
Il mondo scolastico ha grandi strumenti per veicolare l'informazione
facendo formazione.
Potrebbero venire ad esempio organizzati gruppi di ragazzi
invitati a utilizzare i mezzi informatici sotto la guida di un adulto,
all'interno di un progetto scolastico che venga condiviso con altri compagni
anche in altre scuole; così come esistono le "olimpiadi matematiche"
o i "certamina" di greco e di latino, potrebbero essere organizzate
delle olimpiadi di esperti informatici e, perché no, anche di hackeraggio, che
venga però messo al servizio della comunità.
L'ESPERIENZA INSEGNA
In
conclusione, soltanto chi ha una grande esperienza di web e di hackering può
riuscire a
insegnare
o creare delle contromisure che possano limitare i danni e il fenomeno.
Come è
sempre accaduto anche nel passato, cooptare e coinvolgere, dare un ruolo e
rendere parte di un sistema articolato e ben funzionante persone che si siano
messe in contrapposizione è sempre stata una politica pagante per le
istituzioni, per i governi e anche per gli individui.
Perché "vergognarsi" di un figlio
quando può diventare motivo di orgoglio e fiore all'occhiello?
Adelia Lucattini
Intervista
ad Adelia Lucattini della scrittrice e e giornalista Sara Ficocelli
"Diventare
hacker per un adolescente è piacevole come la droga"
Pubblicato su Il Tirreno.it - Benessere & Salute - Italia Mondo